Violati i diritti di una bambina nata da maternità surrogata: Strasburgo condanna l’Italia

Danni morali a bimba «apolide», risarcita l’incertezza giuridica alla minore cui non sono riconosciuti il rapporto di filiazione col padre biologico e la cittadinanza: la piccola non ha documenti né accesso a sanità e istruzione pubblica. Le autorità italiane dovranno versare 15 mila euro alla bambina per danni morali e 9.536 euro per le spese legali sostenute dal padre biologico e dalla madre intenzionale

Violati i diritti di una bambina nata da maternità surrogata: Strasburgo condanna l’Italia

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Strasburgo condanna Roma perché le autorità nazionali hanno violato i diritti della bambina nata nel 2019 con la maternità surrogata in Ucraina, facendo di lei un’apolide. E ciò perché sono preclusi il riconoscimento legale del rapporto di filiazione con il padre biologico e di conseguenza la cittadinanza italiana: lo Stato, dunque, deve versare alla bimba 15 mila euro per danni morali e 9.536 per le spese legali sostenute dal padre biologico e dalla madre intenzionale. È quanto emerge dalla sentenza 47196/21 della Corte europea dei diritti umani, pubblicata il 31 agosto 2023, che giudica l’Italia colpevole di aver violato il diritto alla vita familiare e privata della bambina. La piccola, che oggi ha quattro anni, non ha documenti d’identità né tessera sanitaria o accesso alla sanità e istruzione pubblica, come riferisce l’avvocato della coppia, Giorgio Muccio. A portare la vicenda a Strasburgo, nel settembre del 2021, sono il padre biologico e la madre intenzionale della bambina, entrambi cittadini italiani: i due si sono visti rifiutare ripetutamente il riconoscimento legale del legame con la bimba dagli uffici dell’anagrafe e dai giudici nazionali. La circostanza, spiegano i giudici di Strasburgo, ha tenuto la minore «fin dalla nascita in uno stato di prolungata incertezza sulla sua identità personale»: insomma «i tribunali italiani hanno fallito nell’adempiere all’obbligo di prendere una decisione rapida per stabilire il rapporto giuridico della bimba con il padre biologico». Proprio perché non aveva una parentela legalmente stabilita la minore era considerata apolide in Italia. La Corte Edu, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il motivo è fondato e, al riguardo, hanno ricordato che “Fa riferimento a cause precedenti intentate da cittadini francesi contro le autorità di Parigi. E stabilisce che il diritto interno doveva prevedere la possibilità di riconoscimento del rapporto giuridico tra un bambino nato attraverso un accordo di maternità surrogata all’estero e il padre designato, laddove era il padre biologico. Alla ripresa dei lavori parlamentari, prevista per la prossima settimana, tra i disegni di legge in discussione ce ne sarà invece uno che prevede una stretta sulla maternità surrogata con l’estensione del divieto anche alla gestazione per altri effettuata all’estero, perseguito penalmente («reato universale»).

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