USA: bambina sopravvissuta all'attacco di uno squalo

USA: bambina sopravvissuta all'attacco di uno squalo

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Domenica, una bambina di sette anni e i suoi genitori erano sulla spiaggia di Ocean Island Beach, una piccola cittadina della Carolina del Nord, negli Stati Uniti. Stava nuotando in mare quando improvvisamente uno squalo l'ha attaccata. L'animale le ha morso il polpaccio. "La spiaggia era molto affollata quel giorno", ha detto il sindaco Debbie Smith al New York Post. La bambina di sette anni è stata curata in ospedale e il medico ha ricucito la ferita con alcuni punti di sutura. Non è chiaro quale squalo abbia morso la ragazza. Tuttavia, secondo Smith, può essere un esemplare piccolo. La Carolina del Nord, sulla costa orientale degli Stati Uniti, è considerata un punto caldo per gli squali. Negli ultimi tre anni, Ocean Island Beach è stata risparmiata dagli attacchi di squali. "Le persone dovrebbero essere sempre vigili in acqua", ha detto Smith. "Ma non succede spesso qui." Tuttavia gli Stati Uniti sono il "ground zero" per gli attacchi di squali. A rivelarlo, al 'The Sydney Morning Herald', è George Burgess, professore di ittiologia e biologia marina presso l'Università della Florida a Gainesville. Lo studioso ha spiegato che gli Stati Uniti sono il luogo in cui si verificano il 50 per cento degli attacchi di squali nel mondo. Utilizzando i dati dell'International Burg's Attack Shark File (ISAF), il database degli attacchi di squalo, ha rivelato che gli Stati Uniti hanno avuto 32 attacchi nel 2018, che rappresentavano la metà degli attacchi non provocati in tutto il mondo. "Il motivo principale per cui ci sono più attacchi negli Usa, ha detto, è che abbiamo una linea costiera molto grande, due coste e alcune isole. E ovviamente molte persone". A seguire l'Australia, che ha il secondo maggior numero di attacchi di squali. Nel 2018, quelli nelle acque dell'Australia sono stati 20, uno dei quali è stato fatale. Il Sudafrica, Paese che ha una presenza di numerose specie di squali, ha avuto solo due attacchi nel 2018 e zero morti. Le prime due specie più pericolose per l'uomo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” sono i grandi squali bianchi e lo squalo tigre, seguiti dallo squalo toro.

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