Unipolsai tiene fede all’impegno e licenzia in tronco 26 dipendenti. La prima volta in Italia che una compagnia assicurativa procede alla messa in mobilità collettiva. Una vergogna per Unipolsai, una vergogna per il governo che avalla queste politiche di

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Ed alla fine sono arrivati. Erano stati annunciati per la prima volta nel settore delle assicurazioni i primi licenziamenti collettivi della storia ed Unipolsai ha voluto tenere fede alla promessa con l’avallo di un accordo sindacale sottoscritto dalle sigle delle organizzazioni confederali e repsinto fermamente da soli due sindacati autonomi FNA e SNFIA. 26 dipendenti della compagnia, 26 padri di famiglia, sono stati letteralmente messi alla porta “scortati” dalla security con un trattamento che non ha mai riguardato neanche i dipendenti infedeli e macchiatisi delle peggiori infedeltà.
Per Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, che di seguito riporta il comunicato dei due unici sindacati che non si sono genuflessi alla compagnia notoriamente vicina alla maggioranza dell’attuale governo, Unipolsai si macchia della peggiore onta così come l’attuale esecutivo che avalla queste politiche di smantellamento del diritto del ed al lavoro anche in settori sinora immuni da scelte umilianti per i lavoratori con la compiacenza dei sindacati confederali che hanno segnato uno dei momenti più tristi delle relazioni sindacali in ambito assicurativo.
Risulta, quindi, emblematico il comunicato congiunto di FNA e SNFIA che ben rappresenta a che livello si è giunti con le politiche del governo Renzi che ha dato il là ad una sorta di “rompete le righe”, proprio a partire dalla compagnia già bollata come l’assicurazione “delle coop rosse”, con probabili ricadute anche negli altri gruppi assicurativi che ora avranno campo libero nel procedere a scelte analoghe se i lavoratori e le loro rappresentanze non avranno il coraggio di avvieranno una stagione unitaria di lotta e di ferma opposizione.

“La tristissima vicenda dei licenziamenti collettivi non poteva avere un epilogo peggiore!
Infatti ieri si è consumato l’ultimo atto della procedura dei licenziamenti, conseguenti all’accordo di inversione dei criteri sottoscritto dalle Organizzazioni Confederali, che prevedeva il licenziamento di 26 dipendenti ex Legge 223/91 dopo l’attivazione di una procedura finalizzata a scardinare il principio della volontarietà, peraltro utilizzando come pretesto un settore importante e sofferente come è quello dei Sinistri.
L’Azienda, convocando i colleghi interessati dalla procedura “per comunicazioni inerenti il rapporto di lavoro”, ha consegnato la lettera di licenziamento “con effetto immediato” impedendo qualunque assistenza sindacale, negando l'ingresso nei colloqui ai rappresentanti presenti (tranne un caso dopo forte insistenza di una collega).
Sono stati licenziati anche colleghi in malattia, nonostante ciò sia in pieno contrasto con la normativa vigente.
La “procedura” imposta dall’Azienda ha obbligato i colleghi ad abbandonare immediatamente il luogo di lavoro, addirittura scortati dal servizio di sorveglianza, consentendo il solo ritiro degli effetti personali.
Tale comportamento , non è stato riservato a dipendenti che hanno commesso gravi illeciti e che vengono licenziati in tronco ma è stato messo in atto con colleghi che per tutta la vita hanno lavorato fedelmente ed onestamente per l’Azienda.
Ciò risulta gravemente offensivo per coloro che ne sono stati destinatari e denota un atteggiamento arrogante da parte dell’Azienda che ha agito in totale dispregio dei valori enunciati nel codice etico aziendale.
Si conclude in questo modo la procedura di licenziamento dei 26 colleghi, fortemente voluta dall’Azienda, basata su un presupposto ingiusto ed ingiustificato in un Gruppo che dichiara - grazie all’impegno dei propri dipendenti – diverse centinaia di milioni di utile ed annuncia investimenti per circa 300 milioni di euro per la costruzione del primo polo alberghiero italiano.
Le misure riorganizzative poste in atto dall’Azienda non hanno tra l’altro generato i risultati complessivamente attesi ed evidenziano una marcata flessione degli incassi ed inefficienze in vari settori aziendali.
Non dimentichiamo inoltre l’annunciata chiusura di un significativo numero di centri di liquidazione sinistri che comporterebbe un peggioramento del servizio offerto ai clienti e notevoli disagi ai colleghi interessati che in alcuni casi dovrebbero trasferire la propria residenza.
Rammentiamo che in tutte le imprese del comparto assicurativo il principio della volontarietà ha consentito di gestire tutte le ristrutturazioni del settore, che hanno interessato migliaia di lavoratori ed hanno evitato licenziamenti collettivi e trasferimenti coatti.
Una grave preoccupazione nasce dalla ventilata mancata partecipazione del Gruppo Unipol alle trattative per il rinnovo del CCNL ANIA: ci chiediamo come tale comportamento, ove confermato, possa conciliarsi con gli impegni contenuti nella lettera del 29 dicembre 2014 nella quale il Gruppo dichiarava “la propria volontà politica” di continuare ad applicare il CCNL.
Il comportamento di UnipolSai, che da sempre proclama di riservare una particolare attenzione ai propri lavoratori e alle ricadute sociali, appare ancora più grave vista la storica appartenenza della compagnia al Mondo cooperativo: questo non può che essere il preludio di un piano industriale con il quale l'azienda pretenderà di avere un potere assoluto sui lavoratori, se non adeguatamente contrastata dalle organizzazioni sindacali.
Da parte nostra, come organizzazioni sindacali autonome del settore, abbiamo sempre lottato e continueremo a farlo per salvaguardare la dignità e i diritti di tutti i lavoratori e non ci piegheremo alla volontà dell’Azienda di disporre con arroganza del destino e della professionalità di migliaia di dipendenti
Sedi, 27 maggio 2015
Coordinamenti FNA SNFIA”.
 

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