Una bambina di un anno muore dopo l'attacco di una giraffa in Sud Africa, la mamma è grave

La tragedia si è consumata un parco naturalistico.

Una bambina di un anno muore dopo l'attacco di una giraffa in Sud Africa, la mamma è grave

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Terribile incidente in Sud Africa: in un parco naturale a 270 chilometri a nord-est della città portuale di Durban, una madre di 25 anni e la sua bambina di 16 mesi sono state calpestate da una giraffa mercoledì pomeriggio verso le ore 16:00. La bambina è morta in modo orribile mentre la madre sopravvissuta all’attacco è ancora in condizioni critiche in terapia intensiva. La tragedia si è consumata mercoledì nella Kuleni Game Farm, in un lodge privato nella zona di Hluhluwe, un parco naturalistico rivolto a famiglie che desiderano vivere per alcuni giorni la diversità della fauna selvatica e della flora locale con visite guidate e percorsi nella natura. Il parco, che ospita una serie di animali rigorosamente senza predatori come giraffe, zebre, gnu e impala, promette agli ospiti un "ambiente sicuro" in cui soggiornare. Sul suo sito web, l'azienda afferma che i visitatori possono "godere di incontri ravvicinati con gli animali passeggiando o andando in bicicletta lungo i numerosi sentieri". Dopo l’attacco, la madre e la figlia gravemente ferite sono state portate d'urgenza in un centro medico locale ma non si è potuto fare nulla per salvare la bambina che è morta poco dopo. La madre invece è stata trasferita in un centro medico più grande dove è in condizioni disperate. La dinamica esatta dell’accaduto non è ancora chiara e la tragedia è oggetto di indagine da parte della polizia sudafricana per scoprire esattamente cosa è successo. Del resto è insolito che le giraffe attacchino le persone anche se le femmine possono diventare aggressive per proteggere i loro piccoli e no sono mancati altri casi di attacchi di giraffe in passato. Il portavoce della polizia locale, il tenente colonnello Nqobile Gwala, ha dichiarato che " Le circostanze dell'attacco sono ancora sotto inchiesta". Secondo fonti locali, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, madre e la figlia non erano turiste della riserva naturale, ma erano una famiglia locale che soggiornava presso la struttura a seguito del padre che lavora nel parco.

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