Trovata carne di cavallo in scatolette di manzo importate dalla Romania. La FSA in Inghilterra ritira il prodotto dal commercio

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Le frodi alimentari si verificano ormai quotidianamente ed in particolare per il settore della carne, data la natura transazionale di tale commercio e stanno assumendo una dimensione europea che richiede costantemente il monitoraggio non solo delle autorità sanitarie nazionali ma anche e soprattutto di quelle europee.
A tal proposito, giunge questa volta dall'Inghilterra, un nuovo scandalo della "carne di cavallo". La FSA, l'agenzia che si occupa della tutela alimentare nel paese d'Oltremanica, infatti, ha disposto il ritiro dai punti vendita di un lotto di scatolette di manzo al sugo perché conteneva DNA di cavallo non dichiarato in etichetta.
La polpa della carne in scatola con il sugo in lattine da 320 g, etichettate Food Hall Sliced Beef in Rich Gravy, sono state prodotte e in Romania nel gennaio 2013 e poi importate nel Regno Unito. La vendita è avvenuta nei supermercati della catena Home Bargains (TJ Morris Ltd) e Quality Save.
La presenza di DNA di cavallo è stata riscontrata durante test di routine. Si valuta che la quantità possa oscillare dall'1 e 5%. La ricerca del fenilbutazone ha dato invece esito negativo. Il ritiro riguarda il lotto numero 13.04.C con termine minimo di conservazione gennaio 2016.
L'episodio non dovrebbe avere rilevanza sanitaria, perché l'assenza di fenilbutazone lascia ipotizzare una semplice frode commerciale.
Ciononostante, rileva l'episodio desta qualche perplessità, poiché lo scandalo della carne di cavallo scoppiata in Europa nella primavera di quest'anno era stato considerato un capitolo chiuso da parte delle autorità europee.
Questa, quindi, per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" è l'ennesima prova che non bisogna abbassare la guardia per tutti i prodotti alimentari che vengono commercializzati in UE, anche perché non dovrebbero essere solo le carni e i derivati provenienti dall'Est ad essere sotto la lente d'ingrandimento delle istituzioni sanitarie, ma anche quelle che provengono dal Centro Europa come rivelato da un'altra indagine che la nostra associazione aveva segnalato circa un mese fa per carni che provenivano dal Belgio e dalla Francia.
Una sfida difficile per l'Europa che può essere vinta attraverso migliori e più efficaci controlli a campione, ma anche con sanzioni sempre più pesanti per i responsabili delle frodi alimentari e con una sempre più stringente tracciabilità dei prodotti sin dall'inizio delle filiere alimentari.

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