Terrore in mare, squalo sperona windsurfista e lo fa cadere in acqua a Livorno

L’uomo si è ritrovato in mare faccia a faccia con uno squalo verdesca di grosse dimensioni

Terrore in mare, squalo sperona windsurfista e lo fa cadere in acqua a Livorno

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Un incontro ravvicinato con uno squalo, sicuramente è stata un’esperienza dove non è mancato il brivido, turbando la quiete del mare livornese al largo della Scalinata di Antignano. Protagonista della disavventura un windsurfista livornese che, mentre veleggiava, è stato colpito con forza da un grosso esemplare di verdesca, balzato fuori dall’acqua e finito contro la tavola con un colpo di coda così violento da “disarcionarlo” facendolo cadere in mare. Il giovane sportivo, pertanto si è trovato in acqua con una pinna nera che gli girava intorno. Attimi di paura, dissolti solo quando il pesce si è allontanato. Il giovane, che preferisce mantenere l’anonimato, si è spaventato non poco per la botta improvvisa che gli ha fatto perdere l’equilibrio. La verdesca, spiega la D.ssa Diana D’Agata, Veterinary Surgeon nel Regno Unito, esperta di fauna marina, è conosciuta anche come squalo azzurro. Nel Mediterraneo è comune e può superare i tre metri di lunghezza e i due quintali di peso. Nonostante la sua imponenza, è una specie considerata inoffensiva per l’uomo e si nutre prevalentemente di pesci e calamari. Gli attacchi a esseri umani sono rari, ma trovarsi faccia a faccia con un esemplare così, in mare aperto, può facilmente generare panico. Il surfista, scosso dall’accaduto, ha giurato che mai e poi mai da ora in poi avrebbe ripreso a veleggiare da solo. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la presenza di questi pesci pelagici vuol testimoniare che tutto l’ecosistema marino delle coste della Toscana è in buono stato. C’è presenza di piccoli pesci e altre specie che, secondo lo schema della catena alimentare, attirano i predatori più grandi, appunto squali verdesche e delfini. Per dirla semplicemente: “il mare è pulito”. Come tutte le specie di squalo, anche quella della verdesca sta vedendo sempre più una forte diminuzione del numero degli esemplari. Oltre ai problemi dell’inquinamento, accade spesso che restino coinvolti nelle operazioni di pesca effettuate dall’uomo. Non esiste una vera pesca alla verdesca, poiché la carne di questo pesce non è tra le più pregiate. Si stima comunque che durante le operazioni di pesca ogni anno ne vengano uccisi tra i 10 e i 20 milioni di esemplari. Alle volte sono cacciati per semplici motivi ludici. Li ritroviamo in quasi tutti i mari del mondo, Mediterraneo compreso. Secondo gli esperti per quanto riguarda la specie delle verdesche, che viene conosciuto come squalo azzurro o blu, i casi registrati di attacco all’uomo in tutti i mari del mondo sono appena 10 fin dal 1900. Visto il bassissimo numero di casi, lo stesso sito tende ad ipotizzare che si possa anche trattare soltanto di errore umano nell’identificare la specie di squalo autore dell’attacco. Gli attacchi registrati sono stati: 2 sulle coste statunitensi dell’Oceano Pacifico, 1 sulle coste statunitensi dell’Oceano Atlantico, 2 nel Golfo del Messico, 1 nel Golfo del Bengala, 2 tra Australia e Nuova Zelanda e 1 soltanto nel Mar Mediterraneo. Per essere precisi, quest’ultimo è avvenuto nel 1986 sulle coste francesi, nel Golfo del Leone, cioè quello tra Marsiglia e Perpignan e l’esito non è stato fatale per l’uomo.

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