Tatuaggi: dopo l'inchiostro, gli aghi sospettati di provocare allergie

Dopo l'inchiostro, gli aghi: un team internazionale di ricercatori ha dimostrato che le particelle di metallo dell'ago utilizzate durante i tatuaggi potrebbero migrare nel corpo, a rischio di provocare allergie.

Tatuaggi: dopo l'inchiostro, gli aghi sospettati di provocare allergie

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Un nuovo colpo basso da parte della medicina potrebbe arrivare nei confronti dei tatuaggi. Vi è un rischio, seppur dichiarato "molto basso", per i tatuati che si sottopongono al relativo trattamento. Infatti, in uno studio pubblicato martedì 27 agosto da un team di ricercatori, tra cui alcuni di Grenoble, sulla rivista Particle and Fiber Toxicology, "Le particelle di cromo e nichel dovute all'abrasione degli aghi per tatuaggio migrano verso i linfonodi". Il nichel e il cromo di questi aghi possono causare reazioni di ipersensibilità e "possono quindi svolgere un ruolo nelle allergie del tatuaggio". Le reazioni avverse legate a questa modalità, che hanno associato al 18% degli italiani in 18 anni, sono diventate comuni, affermano gli autori dello studio. Se i pigmenti utilizzati vengono regolarmente citati per spiegare le allergie del tatuaggio, questa è la prima volta che viene sollevato il ruolo degli aghi per tatuaggio. Niente a che vedere con una possibile mancanza di igiene. È un fenomeno meccanico che esiste solo "quando l'inchiostro del tatuaggio contiene biossido di titanio (presente nei colori vivaci di tatuaggi come il verde, il blu o il rosso)", ma non "con l'inchiostro nero di carbonio". Secondo Ines Schreiver, il primo autore dello studio, "l'impatto esatto sulla salute" dei tatuaggi non possono ancora essere misurati. "Questi sono effetti a lungo termine che possono essere valutati solo da studi epidemiologici che monitorano la salute di migliaia di persone nel corso di decenni". Il team che ha condotto questo studio è guidato da ricercatori dell'Istituto federale tedesco di valutazione dei rischi. Include anche scienziati europei Synchrotron Grenoble (Isère) e diversi istituti e università tedeschi.. Insomma, anche se lo studio è parziale, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti" è ancora una volta oltremodo evidente che chiunque si sottoponga alla tatuazione della pelle deve sapere che le conseguenze non sono sempre piacevoli e quelle positive si fermano, purtroppo, soprattutto e soltanto al lato estetico.

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