Strisce pedonali goodbye. Dall'Inghilterra tecnologie alternative per attraversare senza incidenti la strada

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Correva l&\#39;anno 1951, quando a Slough, nel Berkshire, in Inghilterra un&\#39;illuminata amministrazione comunale faceva tinteggiare il manto stradale di bianco alternato all&\#39;asfalto quelle porzioni di strada che dovevano essere destinate al passaggio dei pedoni: le strisce pedonali. Sono passati più di sessant&\#39;anni da quell&\#39;evento che segnava un passo in avanti per la sicurezza di chi attraversava la strada ma, come segnalato in un precedente intervento, le statistiche sulle disgrazie avvenute sulle "zebre" o nei pressi di esse sembrano non diminuire a causa dell&\#39;indisciplina degli automobilisti ed in minima ma non ininfluente parte anche degli stessi pedoni, sempre più distratti, ma anche per l&\#39;inadeguatezza che tali modi di segnalazione degli attraversamenti dimostrano anche in considerazione dell&\#39;aumento poderoso del traffico urbano ed extraurbano e delle possibilità tecniche di segnalazione degli attraversamenti studiate e applicate nel corso dei decenni.
Come
si accennava, pare che mentre in alcuni paesi, specie in Gran Bretagna, nel corso degli anni si e&\#39; cercato di migliorare ed innovare le modalità di segnalazione degli attraversamenti pedonali in Italia, come sovente accade quando si parla di sicurezza, siamo rimasti quasi a quel 1951, con le strisce pedonali, dove non sono sbiadite dall&\#39;usura e dagli agenti atmosferici, che imperano rispetto a nuovi ausili e accorgimenti tecnici che in altri stati stanno dando risultati importanti in tema di riduzione dei sinistri stradali a carico dei pedoni.
Se e&\#39; vero che già da bambini venivamo rimproverati se non guardavamo a destra e a sinistra prima di attraversare, con l&\#39;aumento del traffico e veicoli che sfrecciano a velocità frenetiche, i pedoni distratti da cellulari e con le cuffie degli apparecchi mp3, gli ausili visivi di segnalazione sono diventati quasi imprescindibili. Tant&\#39;è che proprio in Inghilterra a partire della contea di Nottingham è stato pensato di enfatizzare l’utilizzo della vista, rendendo le strisce pedonali luminose. Il progetto e&\#39; stato denominato Zebrabright, in collaborazione con l’azienda Prismo Raod Markings.
Zebralight combina
una vernice reattiva al metacrilato di metile con la tecnologia Clusterbead, che permette alla superficie bianca delle strisce di illuminarsi al passaggio delle macchine, riflettendo le luci dei fanali. Quindi non necessita di alcuna fonte luminosa esterna. Alla base ci sono delle perline di vetro di alta qualità, di circa 2 mm di grandezza, che vengono applicate ad una superficie durevole di metacrilato di metile; il risultato sono delle strisce pedonali altamente riflettenti, che generano oltre 700 mcd/lux/m2 (contro 150 delle classiche strisce) nelle notti serene, e circa 100 quando la visibilità notturna è ridotta a causa del maltempo.
Ma le tecnologie
per aumentare la sicurezza dei pedoni non si fermano qui, ed anzi, sono molteplici i nuovi sistemi anche iper tecnologici che nel mondo, singolarmente o combinati, stanno sostituendo le zebre.
Da segnalare è
il progetto Ped-Aware, sviluppato da Stevens Institute of Technologies del New Jersey per consentire due importanti migliorie ai precedenti sistemi di controllo del traffico. In primo luogo, Ped-Aware, identifica i pedoni e fornisce loro informazioni sul momento in cui la luce del semaforo cambierà (ad esempio indicando i secondi restanti all’
attraversamento), poi incrocia i dati dei pedoni con quelli dei veicoli per cambiare le segnalazioni in modo dinamico. Queste due componenti permettono a Ped-Aware di cambiare anche la classica modalità basata su cicli di segnali pre-programmati.
Con questo sistema le strisce pedonali non servono, perché il flusso di un incrocio viene gestito in maniera intelligente ed efficiente. Ped-Aware utilizza delle telecamere che comparano le immagini nel tempo per dedurre quando e quanti pedoni sono in procinto di attraversare la strada; le immagini vengono elaborate in tempo reale con un apposito software, senza un’unità di registrazione, in modo da evitare ogni problematica relativa alla privacy.
Entrambi questi dispositivi permettono di identificare automaticamente la presenza di pedoni sul ciglio dei marciapiedi. Il segnalatore a microonde può essere anche utilizzato per i pedoni che si trovano in una determinata area di attraversamento. Il sistema prevede la segnalazione della presenza di persone sul marciapiede al semaforo per le automobili, che vengono tempestivamente bloccate dalla comparsa della luce rossa. La stessa segnalazione avviene anche allo scadere del tempo previsto per l’attraversamento, in caso qualcuno sia ancora nel mezzo dell’incrocio, e lo prolunga ulteriormente. In questo modo le strisce non sono affatto utili, perché ci sono gli appositi indicatori intelligenti sia per gli automobilisti che per i pedoni.
Questa
alternativa alle strisce pedonali è utile soprattutto per i non vedenti, perché utilizza dei trasmettitori ad infrarossi o a LED per inviare messaggi vocali a dei dispositivi portatili. In questo modo non c’è bisogno di trovare le strisce pedonali, perché i messaggi guidano il pedone verso la strada da attraversare, offrendo in tempo reale anche le indicazioni sugli intervalli di STOP e AVANTI. Queste nuove tecnologie sono tutte implementabili in sostituzione delle vecchie strisce pedonali, ma resta sempre e comunque il discorso legato alla disciplina degli automobilisti i quali, anche se guidati da un’
efficiente sistema di gestione degli incroci, dovrebbero sempre mantenere i limiti di velocità.
Alla luce di tali nuovi strumenti, i
dossi rallentatori o gli attraversamenti sopraelevati, possono apparire superflui per non dire inutili, anche per la giusta considerazione che si può assicurare la sicurezza ai pedoni, mantenendo fluido il traffico senza ostacolarlo e rendere le strade più pericolose di quanto non siano. Un’alternativa valida, adottata in modo poco capillare, è l’
installazione di dissuasori luminosi simili ad autovelox cittadini, visibili grazie a dei lampeggianti, che costituisco dei deterrenti efficaci anche più di qualsiasi tipo di segnaletica.
Ancora più
avveniristico il concept, ideato dal designer coreano Hanen Lee, che prevede l’utilizzo dei raggi infrarossi per il rilevamento di oggetti per segnalare la presenza di pedoni sulla strada, e quindi ‘costringere’ le macchine a fermarsi. Ma per vedere realizzati questi sistemi dovremo aspettare forse altri decenni.
Alla luce di queste
intelligenti proposte che ci provengono da altri paesi e che potrebbero essere tranquillamente imitate ed applicate anche in Italia, Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, ritiene che quando si parla di sicurezza stradale le pubbliche amministrazioni dovrebbero dedicare sempre crescente attenzione, non solo per i costi sociali che i sinistri stradali comportano, ma anche per la non corretta gestione dei proventi delle sanzioni pecuniarie per violazioni del codice della strada che troppe volte vengono destinate illegittimamente ad altre voci di spesa diverse dalla sicurezza stradale, così come lo stesso codice prevederebbe.
 

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