Specie aliene del mare, a Gallipoli pescato un pesce tropicale rarissimo
Si tratta del pesce foglia. Si tratta di un pesce cosmopolita nei mari tropicali e subtropicali, con l'eccezione dell'oceano Pacifico orientale. Una nuova specie la cui popolazione che potrebbe alterare gli equilibri del Mediterraneo

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Una rara specie di pesce tropicale, classificata come 'aliena', è stata ritrovata nello specchio d'acqua di Gallipoli, sul Mar Ionio. Si tratta di un esemplare di pesce foglia (Lobotes surinamensis Bloch, 1790), noto anche come lobote, una specie diffusa nei mari tropicali e subtropicali, con l'eccezione dell'oceano Pacifico orientale. Vive in acque basse, eccezionalmente fino a 70 m di profondità. È una specie eurialina: si incontra soprattutto in ambienti riparati come le baie e penetra nelle foci e nel tratto inferiore dei fiumi. Talvolta sosta all'ombra di oggetti galleggianti. I giovanili sono spesso associati alla presenza di sargassi. L'esemplare è finito sul banco di vendita di una pescheria di Gallipoli, che ha avvisato l'associazione “Sportello dei Diritti” dalla quale, come da 'protocollo specie aliene', è partita la segnalazione alla guardia costiera di Gallipoli, settore specie aliene e alla D.ssa Diana D’Agata, Veterinary Surgeon nel Regno Unito, esperta di fauna marina che, dopo aver visionato la foto, ha confermato la specie. L'esemplare, è di circa 80 centimetri e del peso di 5 kg circa. Ha un corpo dall'aspetto molto caratteristico, alto, compresso lateralmente e nel complesso piuttosto robusto. Il profilo della fronte è concavo, mentre la regione dorsale è gibbosa. Gli occhi sono piccoli, situati vicino alla punta del muso e rivolti in avanti. La bocca è protrattile. La pinna dorsale ha una porzione anteriore spinosa con 1112 raggi e una posteriore con 1516 raggi molli. La pinna anale ha tre brevi raggi spinosi di lunghezza crescente e undici molli. Le parti a raggi molli della dorsale e dell'anale sono alte e arrotondate e, insieme all'ampia pinna caudale rotondeggiante, danno l'impressione che l'animale abbia una pinna caudale trilobata. Le scaglie, grandi e robuste, ricoprono in parte le pinne impari. Il colore è di solito bruno, variamente marezzato di scuro, con due strisce scure, non sempre ben visibili che si dipartono dall'occhio e si dirigono indietro. Il ventre è grigio argenteo. A volte il colore di fondo può essere verdastro o giallastro. La pinna caudale è bordata di giallo; le altre pinne sono più scure del corpo, tranne le pinne pettorali che sono giallo chiaro. I giovanili sono giallastri. La taglia massima è di 110 cm di lunghezza per quasi 20 kg di peso, mentre quella comunemente raggiunta è di circa 80 cm. Ha un corpo dall'aspetto molto caratteristico, alto, compresso lateralmente e nel complesso piuttosto robusto. Il profilo della fronte è concavo, mentre la regione dorsale è gibbosa. Gli occhi sono piccoli, situati vicino alla punta del muso e rivolti in avanti. La bocca è protrattile. La pinna dorsale ha una porzione anteriore spinosa con 1112 raggi e una posteriore con 1516 raggi molli. La pinna anale ha tre brevi raggi spinosi di lunghezza crescente e undici molli. Le parti a raggi molli della dorsale e dell'anale sono alte e arrotondate e, insieme all'ampia pinna caudale rotondeggiante, danno l'impressione che l'animale abbia una pinna caudale trilobata. Le scaglie, grandi e robuste, ricoprono in parte le pinne impari. Il colore è di solito bruno, variamente marezzato di scuro, con due strisce scure, non sempre ben visibili che si dipartono dall'occhio e si dirigono indietro. Il ventre è grigio argenteo. A volte il colore di fondo può essere verdastro o giallastro. La pinna caudale è bordata di giallo; le altre pinne sono più scure del corpo, tranne le pinne pettorali che sono giallo chiaro. I giovanili sono giallastri. Si nutre di acciughe, sardine, granchi blu e mazzancolle. La specie è stata segnalata per la prima volta in Mediterraneo nelle acque del palermitano da Pietro Donderlein nel settembre 1875. Non si tratta di una specie lessepsiana (arrivata in Mediterraneo dal Canale di Suez), ne tanto meno è una specie alloctona dato il Mediterraneo e l’oceano Atlantico sono a stretto contatto. Rimane comunque una nuova specie la cui popolazione che potrebbe alterare gli equilibri del Mediterraneo. La deposizione delle uova avviene principalmente in estate lungo le coste dell’Atlantico e del Golfo del Messico degli Stati Uniti, con picchi durante i mesi di luglio e agosto. Le larve attraversano quattro livelli di sviluppo. Negli ultimi tempi oltre al pesce foglia, infatti, sono arrivati nel Mediterraneo dal Canale di Suez altre quattro specie estranee che sono: il pesce palla maculato, il pesce coniglio scuro, il pesce coniglio striato e il pesce scorpione. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita chiunque abbia visto o catturato uno di questi pesci in acque italiane ad inviare eventuali foto/video via WhatsApp al numero 3889411240 o attraverso il gruppo Facebook “Sportello dei Diritti”.