Sfatato un falso mito: il cacao riduce la diarrea e fa diventare più intelligenti

Per uno studio svizzero il cacao migliora alcune prestazioni cognitive, in particolare sul riconoscimento rapido e la localizzazione di oggetti

Sfatato un falso mito: il cacao riduce la diarrea e fa diventare più intelligenti

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Se pensavamo che il cioccolato potesse essere una delle principali cause di effetti collaterali alla pancia ci sbagliavamo, perché proprio quello ad alto contenuto di cacao ha effetti positivi contro la diarrea e fa bene al cervello. La scoperta non poteva non venire da una delle patrie del cioccolato, forse quella per eccellenza: la Svizzera. Sono stati ricercatori basilesi e zurighesi a scoprire il nesso, conosciuto empiricamente, che tuttavia non era mai stato confermato scientificamente. Ad evidenziarlo, una nota odierna l'Ospedale Santa Clara di Basilea, che ha realizzato lo studio in collaborazione con ricercatori degli ospedali universitari di Basilea e Zurigo. Gli studiosi hanno selezionato sedici partecipanti ai quali è stato somministrato cioccolato nero (72% di cacao), oppure cioccolato bianco (0%). In seguito hanno misurato la velocità dello svuotamento gastrico e dei tempi di transito intestinale. I soggetti sono successivamente stati interrogati sul loro stato di salute e la loro attività cerebrale è stata misurata tramite Tomografia a emissione di positroni (PET scan) in tre dimensioni. Questo sistema permette di visualizzare zone precise che vengono attivate in seguito al consumo di cioccolato. I risultati hanno evidenziato che il cacao rallenta in maniera significativa il transito intestinale e ha un effetto sulla consistenza delle feci. Si tratta dunque di una buona alternativa ai medicamenti contro la diarrea, secondo gli autori. Sul cervello, effetti positivi sono stati osservati in particolare a livello di corteccia visiva. Il cacao migliora alcune prestazioni cognitive, in particolare sul riconoscimento rapido e la localizzazione di oggetti. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista "British Journal of Nutrition", evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”.

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