Selfie estremo: bagnanti si fotografano con gli squali.

Succede in Israele, sulla spiaggia di Hadera dove i bagnanti si fotografano con i pesci predatori nelle acque poco profonde.

Selfie estremo: bagnanti si fotografano con gli squali.

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Davvero incredibile quello che è successo sulla spiaggia di Hadera in Israele dove i bagnanti hanno deciso di avvicinarsi a dozzine di squali ed hanno cominciato a toccarli, facendosi fare delle foto. Gli squali sono stati per molte ore l'attrattiva di tutti i turisti e gli abitanti del posto che sono accorsi sulla spiaggia solo per osservarli da vicino o entrare nell’acqua bassa. Qualcuno si è mantenuto a debita distanza mentre altri si sono voluti avvicinare, li hanno toccati e hanno giocato con i loro corpi, senza alcun timore. Gli esperti, però, hanno chiesto ai bagnanti di stare molto attenti, perchè anche se apparentemente tranquilli, potrebbero avere reazioni imprevedibili. Meglio non imitare questi coraggiosi bagnanti che delle belve feroci non sembrano avere alcuna paura. Secondo gli esperti, gli squali sono attratti dall'acqua calda che viene immessa in mare da una centrale elettrica. Tuttavia l'autorità israeliana del parco naturale ha messo in guardia contro l'imprevedibilità degli animali. Al di là dei tentativi amatoriali dei bagnanti il pericolo di lasciarci le penne per un selfie esiste realmente. Le cronache sono piene di casi simili. I più fortunati se la cavano senza traumi. A tanti altri non va così bene, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti". Rischiare la vita per un semplice autoscatto col cellulare, per immortalare in un fermo immagine quel momento di pura adrenalina. Si chiama Daredevil Selfie la pericolosa moda dei selfie estremi, che sta contagiando sempre più giovani. Ma per quale motivo lo fanno? Sostanzialmente per mettersi in mostra o semplicemente per gioco. Per questo sono stati creati un sito e un account twitter @SelfiesToDieFor cercano di sensibilizzare giovani e meno giovani sui rischi di tentare di farsi una foto in situazioni pericolose. E, trattandosi di un fenomeno che riguarda i giovanissimi, naturalmente non può rimanere fuori la dimensione social.

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