Ritiro integratore antidepressivo Ridumas Fast dal canale distributivo: contiene una pianta africana non autorizzata

Il prodotto si può acquistare anche on line. Massima cautela

Ritiro integratore antidepressivo Ridumas Fast dal canale distributivo: contiene una pianta africana non autorizzata

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L’azienda PROGE FARM, key player nel mercato dei probiotici, ha comunicato il ritiro dal mercato dell’integratore alimentare dal nome commerciale RIDUMAS FAST che contiene la pianta Griffonia simplicifolia, detta anche fagiolo africano per la forma dei suoi baccelli. Questo è un albero tipico delle zone tropicali dell’Africa occidentale, appartenente alla famiglia delle Leguminosae. Dai semi contenuti in questi baccelli si estrae il 5-idrossitriptofano (5-HTP), precursore della serotonina, il neurotrasmettitore del buonumore (coinvolto anche nel meccanismo di inibizione della fame). Il 5-HTP è in grado di oltrepassare la barriera ematoencefalica, la stretta rete di capillari che separa il cervello dal resto del corpo, e una volta raggiunto il sistema nervoso centrale può essere trasformato in serotonina, aumentandone le quantità disponibili. Nello specifico, nella nota diramata da Federfarma, si tratta dell’integratore alimentare: RIDUMAS FAST 60 cpr, paraf. 923045811. Il ritiro è stato disposto a seguito di rivisitazione dello status degli estratti selettivi di Griffonia simplicifolia titolati in 5-HPT (estratti alto titolati o concentrati), contenuti all’interno della formulazione dell’integratore sopracitato, che sono ora da considerarsi NOVEL FOOD e pertanto non autorizzati in EU. La ditta PROGE FARM, che ha bloccato immediatamente la distribuzione, invita i clienti diretti, ossia le farmacie che hanno acquistato direttamente il prodotto dall’azienda di fare altrettanto e a comunicare, mediante e-mail da inviare all’indirizzo: amministrazione@progefarm.it, l’eventuale giacenza per disporne il reso. Dal 1 gennaio al 19 ottobre di quest’anno il Sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi (Rasff) ha trasmesso 87 notifiche riguardanti la presenza di novel food non autorizzati nel cibo. Questo termine indica sostanze, alimenti o ingredienti “nuovi”, che non fanno parte della tradizione culinaria europea e che, una volta autorizzati, possono comparire nell’elenco degli ingredienti degli alimenti in commercio. I prodotti “salutistici” e gli integratori alimentari, in particolare, possono contenere sostanze, estratti, semi, polveri di cui non abbiamo mai sentito parlare, o che fino a poco fa non avevamo mai visto utilizzare in cucina. La loro presenza sugli scaffali, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è regolamentata da una normativa specifica: il Regolamento UE sui novel food. Il testo stabilisce per tutti i prodotti e le sostanze alimentari per i quali non è dimostrabile un consumo “significativo” come alimenti, al 15 maggio 1997 all’interno dell’Unione Europea, che prima di essere messi in commercio devono ricevere il benestare dell’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare). Approvazione che arriva dopo un processo di verifica riguardante diversi aspetti: il nuovo prodotto non deve essere tossico (eventualmente sono fissate delle soglie massime di assunzione), deve essere etichettato correttamente e, se va a sostituire un alimento preesistente, non deve essere svantaggioso dal punto di vista nutrizionale.

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