Presenza di muffa, richiamato lotto di gallette riso e lampone biologiche a marchio dmBio

L’allerta del ministero della Salute arriva dopo 12 giorni

Presenza di muffa, richiamato lotto di gallette riso e lampone biologiche a marchio dmBio

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Il ministero della Salute, ha segnalato sul proprio portale, dedicato agli avvisi dei prodotti non conformi, a tutela della salute dei consumatori, il richiamo precauzionale da parte dell’operatore di un lotto di gallette riso e lampone biologiche a marchio dmBio per la possibile presenza di muffa. Il prodotto in questione p venduto in sacchetti da 35 grammi con il numero di lotto NL 157 e il termine minimo di conservazione 04/06/2024. Le gallette richiamate sono state prodotte per dm Drogerie Markt Srl dall’azienda Sanorice Netherland bv nello stabilimento di Inductorstraat 72, a Veenendaal, nei Paesi Bassi.. A scopo precauzionale, l’azienda raccomanda di non consumare il prodotto con il numero di lotto e il termine minimo di conservazione indicati e restituirlo al punto vendita d’acquisto. A tutela della salute pubblica, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” raccomanda coloro che hanno acquistato il prodotto riconducibile al lotto di barrette riso e lampone con il termine minimo di conservazione segnalati e restituirle al punto vendita dm più vicino, dove saranno sostituite con un articolo a scelta. In caso di differenza di prezzo, fa sapere dm, è previsto il rimborso o l’integrazione dell’importo. Per ulteriori informazioni, è possibile contattare il servizio consumatori al numero 800 111881. Tuttavia ci sono voluti 12 giorni per fare sapere ai consumatori italiani che un lotto di di barrette riso e lampone a marchio dm Drogerie Markt Srl è stato ritirato dagli scaffali dei supermercati (ne abbiamo parlato qui in data 12 agosto https://www.sportellodeidiritti.org/news/item/possibile-presenza-di-micotossine-richiamate-gallette-bio-riso-lampone-dm-italia). C’è il fondato sospetto che le gallette siano contaminati da micotossine che ogni anno provoca in Europa centinaia di ospedalizzazioni e qualche decesso. Eppure il Sistema di allerta rapido per gli alimenti (Rasff) è stato ideato nel 1979 per segnalare alle autorità sanitarie dei vari stati membri la presenza sugli scaffali dei supermercati di prodotti contaminati o potenzialmente pericolosi distribuiti nell’area UE da ritirare dal commercio. In Italia, però, solo nel 2017 il ministero della Salute, attiva all’interno del suo sito, il portale con l’elenco di questi prodotti da comunicare ai consumatori. In una società dove una mail impiega pochi secondi ad arrivare da Bruxelles a Roma e un tempo simile per diffondere la notizia alle Asl locali, quali sono i motivi di questo incredibile ritardo? Perfino le aziende, per fare sapere alle catene di supermercati che il loro prodotto deve essere ritirato, grazie al tracciamento obbligatorio dei lotti ormai impiegano poche ore. Nonostante ciò, la notizia del richiamo è stata diffusa dal ministero delle Salute 12 giorni dopo la scoperta della contaminazione in Germania. Da anni lo “Sportello dei Diritti” segnala discrepanze, imprecisioni e ritardi nella comunicazione delle allerta da parte degli uffici del ministero della Salute, ma le cose non sono molto cambiate. Insomma un vero disastro per un sistema classificato come di ‘allerta rapido’. Se il ritardo accumulato nella gestione di questa allerta è sin troppo evidente, non altrettanto semplice è capire i motivi. Eppure stiamo parlando di contaminazione da funghi della muffa ormai abbastanza conosciuta in Italia. Non è nostra abitudine fare catastrofismo, ma si dovrebbe intervenire per rendere più efficiente le comunicazioni dei vari paesi al Sistema di allerta rapido per alimenti e quelle del ministero della Salute ai cittadini, un processo che per funzionare necessità di una certa abilità che forse è mancata negli ultimi anni.

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