Porto Cesareo, morti migliaia di molluschi Pinna nobilis

La causa potrebbe essere la presenza di un batterio. È il più grande mollusco bivalve presente nel Mediterraneo. Il fenomeno sarebbe avvenuto negli ultimi sei mesi di Antonio Della Rocca

  • Categoria: Ambiente
  • Data: 14.06.18
  • Autore: Antonio Della Rocca
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Porto Cesareo, morti migliaia  di molluschi Pinna nobilis

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Una diffusa moria di esemplari di «Pinna nobilis», il più grande mollusco bivalve presente nel Mediterraneo, è stata riscontrata nei fondali del Mare Jonio, lungo la costa del Salento. A fare la scoperta sono stati gli operatori scientifici dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo che si sono immersi nei siti sottomarini di monitoraggio per verificare lo stato di salute della «Pinna nobilis» che è, peraltro, una specie protetta. Tale attività si svolge nell’ambito della direttiva comunitaria quadro per l’ambiente marino «Marine Strategy» del 2008, recepita in Italia con il decreto legislativo 190 del 2010. La direttiva «Marine Strategy» ha, infatti, previsto il controllo di diversi bioindicatori, tra i quali proprio la «Pinna nobilis». Gli operatori dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo hanno riscontrato una «moria di massa» definita «allarmante». Il fenomeno, secondo le osservazioni eseguite, sarebbe avvenuto negli ultimi sei mesi, poiché nell’ultimo monitoraggio dello scorso novembre gli esemplari sotto osservazione erano ancora vivi. Per questo, secondo gli stessi operatori, «l’epidemia sarebbe da ascriversi ad un agente patogeno». Le immersioni sono proseguite anche in altri siti ed è stato constatato che la moria interessa «l’intera costa fino ad una profondità accertata di 40 metri».
Il fenomeno è stato subito segnalato a Ministero dell’Ambiente, Reparto Ambientale delle Capitanerie di porto, Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), Servizio Veterinario dell’Asl di Lecce, Conisma (Consorzio nazionale interuniversitario per le scienze del mare), Capitaneria di porto di Gallipoli. «Nei prossimi giorni verranno eseguiti ulteriori monitoraggi in sinergia con il settore veterinario dell’Asl Lecce al fine di eseguire approfondimenti epidemiologici e tossicologici», ha spiegato il direttore dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo, Paolo D’Ambrosio.
La direttiva «Marine Strategy» si basa su un approccio integrato e si propone di diventare il pilastro ambientale della futura politica marittima dell’Unione Europea, avendo come obiettivo di raggiungere entro il 2020 il buono stato ambientale (GES, «Good Environmental Status») per tutte le acque marine. La direttiva prende in considerazione tutte le problematiche legate alla qualità del mare (biodiversità, inquinamento, pesca) in un approccio di ecosistema. In questo quadro l’Area Marina Protetta di Porto Cesareo ha ottenuto specifiche istruzioni da parte del Ministero dell’Ambiente per le operazioni di monitoraggio che comprendono appunto la Pinna nobilis, e da 2016 ha individuato nell’area di propria competenza tre diversi siti in cui svolgere le verifiche periodiche di diverse migliaia di organismi. In particolare è stata stipulata una apposita convenzione-quadro tra Consorzio di gestione dell’Area Marina Protetta Porto Cesareo, Conisma, Arpa Puglia, Area Marina Protetta di Torre Guaceto per definire le modalità operative che, per la Pinna nobilis, in particolare, trovano il supporto scientifico nel professore ordinario di Zoologia e Biologia Marina presso l’università di Trieste, Antonio Terlizzi.

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