Pensioni: le novità della riforma in vigore con il 2012

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Con il 2012 entra in vigore la riforma delle pensioni, contenuta nel decreto legge 201/2011 (legge 214).


Di seguito riportiamo una sintesi delle novità, che vanno dall’estensione del contributivo pro rata per tutti, aumento dell&\#39;età di pensionamento delle donne, le pensioni di anzianità e blocco della rivalutazione rispetto all&\#39;inflazione per i trattamenti superiori a tre volte il minimo.


Importante ricordare che per chi ha maturato i requisiti per la pensione nel 2011 si mantengono le regole precedenti.


Partiamo dalla novità che riguarda tutti i lavoratori, l’adozione del metodo contributivo pro rata per tutti (anche a coloro che avendo oltre 18 anni di contributi a fine 1995 avevano mantenuto il più vantaggioso metodo retributivo).


Il nuovo metodo calcola l&\#39;assegno previdenziale sulla base dei contributi versati. Questo calcolo sarà applicato solo sull&\#39;anzianità maturata a partire dall&\#39;anno prossimo.


E’ bene ricordare che per chi ha cominciato a versare contributi solo dal 1996 si può uscire dal lavoro a 63 anni purchè si siano versati almeno 20 anni di contributi e che l&\#39;importo della pensione sia almeno pari a 2,8 volte l&\#39;assegno sociale (da rivalutare negli anni successivi).


Buone notizie infine per i dipendenti con almeno 35 anni di contributi a fine 2012 che avrebbero maturato in quell&\#39;anno i requisiti per la pensione (sulla base delle regole precedenti, quindi almeno 60 anni di età e quota 96 tra età e contributi) possono andare in pensione anticipata con almeno 64 anni di età. Le lavoratrici dipendenti che entro il 2012 avranno 20 anni di contributi e 60 anni di età potranno andare in pensione di vecchiaia a 64 anni di età.


Altra novità riguarda le pensioni di vecchiaia: si potrà andare in pensione a 66 anni avendo almeno 20 anni di contributi a condizione che l&\#39;importo della pensione sia pari almeno a 1,5 volte l&\#39;assegno minimo (rivalutato negli anni successivi sulla base del Pil). Si prescinde dal requisito dell&\#39;importo minimo se si hanno almeno 70 anni (e un minimo di cinque anni di contributi). L&\#39;età minima di accesso alla pensione di vecchiaia, compresi gli adeguamenti alla speranza di vita, sale a 67 anni dal 2021.


Per quanto riguarda la pensione anticipata, si potrà uscire dal lavoro in anticipo rispetto all&\#39;età di vecchiaia solo avendo maturato un anzianità contributiva di 42 anni e un mese se uomini e 41 e un mese se donne. Questi requisiti sono aumentati di un mese nel 2013 e di un altro mese nel 2014. Per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 anni si applica la riduzione del trattamento di un punto percentuale (due punti percentuali per ogni anno di anticipo ulteriore rispetto a due anni). In pratica la riduzione applicata potrebbe essere del 6% nel caso di uscita con 58 anni di età. -


Altra grande novità riguarda la pensione delle donne. Nel settore pubblico potranno andranno in pensione di vecchiaia a 66 anni (dai 62 attuali compresa la finestra mobile). Le donne dipendenti del settore privato andranno in pensione a 62 anni (dai 61 attuali compresa la finestra). Il requisito passerà a 63 anni e sei mesi dal primo gennaio 2014 fino ad arrivare a 66 anni nel 2018. Le lavoratrici autonome andranno in pensione a 63 anni e mezzo dal 2012 fino ad arrivare a 66 anni nel 2018.


Infine parliamo di chi non ha redditi ed aspira alla pensione sociale: con la nuova riforma il requisito per accedere all’assegno cresce di un anno passando a 66 anni.
 

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