Oggi è il "Giorno della Memoria".Una data simbolo per ricordare tutti i genocidi che il mondo ha visto

Il 27 gennaio 1945 l'Armata Rossa liberava il campo di sterminio di Auschwitz. Questa data quindi venga presa come un "Giorno della Memoria" per tutte le vittime di tutti i genocidi. "Per non dimenticare", ma soprattutto per educare. Il razzismo e la xenofobia sono dei pericoli sempre presenti nella nostra società. Colpire il "diverso" per il solo fatto di esserlo è un esercizio che purtroppo ancora troppo spesso si fa.

filo spinato campi di concentramento

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Il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberavano il campo di concentramento di Auschwitz nel quale avevano trovato la morte milioni di persone.
Quel giorno viene ricordato nella comunità ebraica mondiale, come il giorno simbolo della fine del genocidio perpetrato dai nazisti e loro simpatizzanti. Un giorno che ogni anno viene celebrato accompagnato dall’assioma “per non dimenticare”.
Cos’è un genocidio? Affidiamoci alla definizione ufficiale dell’ONU: “Una negazione del diritto alla vita di gruppi umani, gruppi razziali, religiosi, politici o altri, che siano stati distrutti in tutto o in parte”
Ecco dunque che il 27 gennaio deve essere il giorno nel quale devono essere ricordati tutti i genocidi che il mondo ha conosciuto. Infatti, oltre al popolo ebraico, nei campi di sterminio vennero condotti uccisi anche altre “categorie” di esseri umani, quali i disabili e gli zingari, gli omosessuali e i sovietici, tanto per citare qualche esempio.
Ma di genocidi il mondo ne ha visti tanti. Si potrebbe partire dallo sterminio delle popolazioni indigene delle Americhe. Dai “pellerossa” agli “indios”. Una popolazione di circa 80 milioni di persone che durante la colonizzazione europea fu ridotta del 90%.
Per non parlare dei genocidi dei popoli africani. Congo, Sudan, Costa d’Avorio, Namibia. Milioni di uomini uccisi dai coloni europei.
Questo nei secoli passati. Ma non bisogna tornare indietro di molti anni per vedere anche il genocidio degli Armeni del 1915 con più di un milione di morti, oppure quello Ucraino, conosciuto come Holodomor tra il 1932 e il 1933 durante il quale morirono 7 milioni di persone per colpa di una carestia per grand parte indotta dal regime sovietico.
Poi arrivò la Shoah ebraica, per opera del potere nazista, con 6 milioni di vittime tra il 1941 e il 1945.
Si pensava che dopo quanto scoperto nei campi di concentramento, il mondo potesse aver visto il peggio. Ma non fu così. In Cambogia, sotto il regime comunista di Pol Pot, tra il 1975 e il 1979 furono circa 2 milioni i morti delle “epurazioni”.
E poi ancora in Europa. Durante la guerra dei Balcani. Le immagini dei prigionieri musulmano bosniaci rinchiusi nei campi di concentramento sono ancora ben vive e presenti nella memoria di tutti. Immagini che hanno rievocato immediatamente quelle dei campi nazisti.
Questi sono solo i più eclatanti, quelli che hanno fatto discutere la comunità internazionale, ma di esempi se ne potrebbero portare molti altri. Certo, in questi casi la “contabilità dei morti” gioca un ruolo molto importante. Cinicamente e tristemente importante.
 

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