Nove anni per sgomberare gli occupanti abusivi. arca sud con-dannata a risarcire la legittima assegnataria con cinquantamila euro.

case ex iacp lecce

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Vicenda al limite del surreale. Nel 2005 la signora R.R., assegnataria di un alloggio di edilizia residenziale pubblica, al momento di prendere possesso dell’alloggio scopre che è stato occupato abusivamente.Partono le azioni giudiziarie, sia in sede penale che in sede civile dell'Avv. Piergiorgio Provenzano. IACP (tale allora la denominazione dell’attuale ARCA SUD) lungi dall’attivarsi o dal collaborare, dimostra particolare indolenza. Non si costituisce parte civile nel processo penale, che si conclude, sull’impulso della sola signora R.R., con la condanna definitiva degli occu-panti abusivi, ma soprattutto non attiva le azioni per lo sgombero dell’alloggio occupa-to abusivamente, che la legge riserva al gestore del patrimonio edilizio pubblico. Nel giudizio civile, intentato dalla signora R.R. per ottenere l’esecuzione del contratto di locazione sottoscritto con l’Ente, resiste strenuamente, opponendo ogni possibile ec-cezione e tentando di scaricare le responsabilità sul COMUNE DI LECCE.Il TRIBUNALE DI LECCE con sentenza pronunciata nell’aprile del 2012 dichia-ra sufficiente un termine di sei mesi per ottenere da parte dell’IACP lo sgombero, e pertanto condanna l’Ente a dare esecuzione al contratto di locazione sottoscritto con la R.R., consegnandole l’alloggio libero da altre persone, e lo condanna a risarcire il danno, consistente nella differenza tra il canone sociale che la R.R. avrebbe pagato per l’alloggio pubblico ed il canone di libero mercato che nel frattempo ha dovuto pagare. La sentenza viene confermata dalla CORTE D’APPELLO DI LECCE nel giugno del 2013 e solo nel febbraio del 2014, ben nove anni dopo la sottoscrizione del contratto di lo-cazione, l’Ente mette a disposizione dell’assegnataria l’alloggio, peraltro in condizioni di manutenzione precarie e con abusi edilizi. Ma sono passati nove anni, e nelle more l’assegnataria ha raggiunto la veneranda età di 86 anni ed una conseguente condizio-ne fisica precaria, che la inducono a rinunciare all’assegnazione, dovendo far ricorso all’assistenza continuativa dei figli.Ma non finisce qui. IACP, non contenta, ricorre per CASSAZIONE: non accet-ta di essere dichiarato inadempiente, non vuole risarcire il danno all’assegnataria, e ri-vendica la legittimità della propria azione. Perde anche in questa sede, e la Suprema Corte conferma le sentenze dei Giudici salentini, stabilendo il principio che il risarci-mento del danno, consistente nella differenza tra il canone di mercato pagato e quello sociale che sarebbe stato pagato, debba protrarsi fino alla definitiva formale messa a disposizione dell’alloggio, e cioè per otto anni e mezzo (cioè i nove anni lun-go i quali si è dipanata la vicenda detratto il termine di sei mesi astrattamente suffi-ciente per lo sgombero); in sede di rinvio la CORTE D’APPELLO DI LECCE ha oggi messo la parola fine a tutta la vicenda, condannando ARCA SUD SALENTO (tale la denomina-zione nelle more assunta dall’Ente) al pagamento in favore della mancata assegnata-ria della somma complessivamente quantificata in circa €.50.000,00, cui devono ag-giungersi tutte le spese legali per i quattro gradi di giudizio (primo grado, appello, cassazione e rinvio). “GIUSTIZIA E’ STATA FATTA, questo è il commento che vene spontaneo all'avvocato Piergiorgio Provenzano, pur con tutta l’amarezza dettata dal fatto che la vita della mia assistita è stata stravolta, negli anni più delicati come quelli della vecchiaia, dalla stolida indolenza di un Ente che dovrebbe erogare servizi ai più deboli ma di fatto ha ignorato la domanda di giu-stizia, ed anzi vi si è opposto. La pur ingente somma, che grava sulla collettività, non ri-sarcirà mai pienamente la signora R.R. per tutti i sacrifici e le privazioni che ha dovuto subire negli anni in cui con la sua modesta pensione doveva far fronte ad un canone oneroso, nella consapevolezza che altri, con violenza, godevano di ciò che invece do-veva essere suo. Mi auguro che questa vicenda sia di monito per l’Ente, che in futuro si attivi tempestivamente per ripristinare la legalità”. 
 

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