Multe ai medici a Lecce. La replica dello “Sportello dei Diritti” alle dichiarazioni del Comandante della P.M. Zacheo: Lecce città delle multe

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Con i nostri comunicati circa l’intolleranza che si respira a Lecce in materia di sanzioni al Codice della Strada da parte della Polizia Municipale e della necessità di “far cassa” con i proventi delle multe non abbiamo fatto altro che riportare un sentire comune dei cittadini leccesi che è suffragato dalle statistiche nazionali che ci portano ai vertici delle classifiche delle città più severe verso i cittadini.
A ribadirlo Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” nel replicare alle dichiarazioni del Comande di Polizia Municipale di Lecce sulla questione delle multe ai medici in visita domiciliare a Lecce.
Non si tratta, rileva il presidente dell’associazione, di fatti isolati, ma di un sistema che si sta dimostrando metodico a Lecce dove si registrano tra i più alti tassi nazionali di multe in rapporto alla popolazione, tanto da mettere la cittadinanza in cattiva luce tra i più indisciplinati alla guida, ma purtroppo tutti sappiamo che non è così e tanta colpa sta nell’amministrazione che in questi anni ha aumentato a dismisura “strisce blu”, apparecchi di rilevazione elettronica delle infrazioni come photered e telecamere ai varchi del centro storico, mentre non sono state adottate formule alternative anche solo di natura dissuasiva, ciononostante le numerose decisioni del giudice di pace locale che ha sanzionato con la nullità una notevole mole di ricorsi per illegittimità dei verbali.
Non vi è dubbio, peraltro, che è apprezzabile la solerzia con cui ha risposto Zacheo per difendere l’operato degli agenti di PM ma lo stesso è, a pare dello scrivente, incorso in alcuni errori che riguardano la tutela dei diritti dei cittadini, in particolare dei medici che si recano presso le abitazioni dei malati e si vedono troppo spesso sul parabrezza il ricordino nonostante il fatto che l’aver lasciato per pochi minuti l’auto in sosta irregolare sia stata la conseguenza dell’esercizio della propria funzione sociale che è anche quella di salvare vite umane.
In tal senso è opportuno ricordare al comandante che la giurisprudenza ha più volte invocato l’esimente dello stato di necessità ex art. 4 della Legge n 689/1981, secondo cui: “Non risponde delle violazioni amministrative chi ha commesso il fatto nell'adempimento di un dovere o nell'esercizio di una facoltà legittima ovvero in stato di necessità o di legittima difesa.”, proprio nei casi in cui lo stesso comandante ritiene che gli operatori sanitari debbano essere “legittimamente sanzionati”.
D’altro canto, peraltro, la notevole mole di verbali illegittimamente elevati che sono oggetto di ricorsi da parte dei cittadini e che continuano ad invadere l’ufficio del Prefetto e quello del giudice di Pace di Lecce, potrebbe essere ridotta se e solo se lo stesso comando provvedesse all’annullamento in autotutela prima che i cittadini si opponessero formalmente alla multa come ha già ribadito il Ministero dei Trasporti con la risalente circolare n. 66 del 17 luglio 1995 che ha ammesso il principio dell’ammissibilità dell’annullamento di autotutela dei verbali illegittimamente emessi.
Ma ciò ancora una volta sfugge inspiegabilmente al dirigente che ha ancora una volta reiterato l’obbligo del ricorso in tali casi senza prendere nella benchè minima considerazione tale possibilità.
Ci auguriamo, quindi, che questa volta possa servire per far ritrovare la memoria all’amministrazione comunale di Lecce e a far cambiare rotta verso un rapporto più tollerante e meno “aggressivo” verso la cittadinanza che non merita di essere etichettata come indisciplinata.
 

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