Monete false. Le società che gestiscono macchinette tipo distributori di bevande e cibi, sigarette o ticket dei parchimetri le restituiscono ai soggetti indicati dalla legge o le rimettono in circolazione?

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Proprio ieri lo “Sportello dei Diritti”, aveva segnalato il sequestro da parte degli agenti della dogana dell'aeroporto di Bruxelles di tonnellate di monete da uno e due euro, per usare un eufemismo, nuove di “zecca” provenienti dalla Cina, ovviamente false. Sequestri di tal tipo sono solo la punta di un iceberg, quello della contraffazione degli spiccioli falsi, che solo l’hanno scorso ha segnato un aumento del +17% del numero delle monete sequestrate, in particolare da due euro.
Uno dei canali più sfruttati dai falsari e dagli spacciatori per far entrare in circolo le monete false è quello dei distributori automatici di bevande, cibi, sigarette o ticket dei parchimetri, nonostante siano dotati di dispositivi in grado di riconoscere peso e dimensioni, ma anche di rendere a titolo di resto monete, “buone”, una volta usufruito del servizio.
L’attenzione dello “Sportello dei Diritti”, è quindi rivolta a tutte quelle società che si occupano di questi apparecchi, ma anche alle “municipalizzate” che introitano migliaia di euro al giorno dai parcometri sparsi sulle strade comunali nei pressi delle aree a pagamento, per comprendere se tutte queste facciano il proprio dovere o se una volta scoperto il denaro “falso”, anziché consegnarlo a uno dei soggetti indicati dalla legge, tra i quali ci sono le banche, gli uffici postali, le società di investimento e di gestione del risparmio, gli agenti di cambio e le imprese di assicurazioni, lo rimettano in circolo in danno di ignari consumatori e dello Stato.
È una denuncia, spiega Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che indirizziamo in particolare alla polizia tributaria, affinché faccia le opportune verifiche nei confronti dei soggetti maggiormente interessati, affinché possa essere bloccato uno dei canali di maggiore distribuzione delle monete false.
Al contempo, invitiamo le aziende a capitale pubblico, come le municipalizzate che gestiscono i parcometri o quelle titolari di concessioni di tal tipo a fare un’operazione trasparenza e a dichiarare pubblicamente quali sono le loro azioni quando entrano in possesso di spiccioli falsi.
 

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