Molestie sessuali, massaggiatore italiano residente a Perth in Australia, reo confesso di una serie di abusi sessuali nei confronti di sue pazienti, è stato condannato a quattro anni e sei mesi di carcere. In Italia era stato presidente dell'Associazione

marcello scariati

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Il trentenne Marcello Scariati si è dichiarato colpevole di abusi sessuali nei confronti di diverse donne, con la scusa di voler offrire loro massaggi tantrici. Sono cinque le donne che lo hanno denunciato dopo le violenze avvenute nell’arco di diversi mesi lo scorso anno all’interno di edifici nei quartieri di Hillarys e Scarborough. L’italiano si è inoltre dichiarato colpevole di aver assalito una donna su una spiaggia, dopo averle mostrato i genitali. L’uomo avvicinava donne per strada distribuendo i suoi volantini pubblicitari sui massaggi. Cinque donne diverse hanno testimoniato di avere avuto esperienze molto simili: Scariati iniziava con normali massaggi, ma poi dirigeva la sua attenzione verso le parti intime delle vittime. Prima di arrivare in Australia, Scariati dopo essere stato coordinatore giovanile PD e presidente della nuova associazione culturale “Campani di Vercelli”, aveva ottenuto un dottorato in studi internazionali e aveva lavorato per un ministero e per un breve periodo al Parlamento Europeo di Strasburgo.Il suo legale, Neville Barber, ha dichiarato che Scariati ha distrutto un futuro potenzialmente brillante con i suoi crimini, e che così facendo ha anche macchiato il nome della sua intera famiglia. L’avvocato ha anche detto che la moglie di Scariati ha subito un aborto spontaneo durante l'indagine e che ha trascorso diversi mesi in un centro di detenzione per immigrati in seguito all’arresto del marito lo scorso anno. Scariati potrà fare richiesta di libertà vigilata fra due anni e mezzo. Il suo visto è già stato annullato, ciò significa che alla sua uscita dal carcere verrà deportato in Italia. A questo proposito, l’avvocato Barber ha dichiarato che il governo italiano e quello australiano sono in contatto per stabilire i termini della carcerazione del nostro connazionale, ma che una decisione sul suo destino non è imminente. Questi fatti dimostrano, che il fenomeno della violenza sessuale sulle donne, rimasto in buona parte ancora sommerso, ha perlomeno cominciato ad emergere nella sua gravità e portata, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, da quando le vittime hanno trovato voce per denunciare le violenze subite. Una precisa valutazione delle dimensioni del problema della violenza sessuale sulle donne, nelle varie forme in cui essa si esplica è pressoché impossibile. 

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