Massimo Cannoletta lascia in “Eredità” la possibilità di una TV diversa dal trash che viviamo da anni.

Non solo orgoglio salentino, ma di tutto un Paese nel momento più difficile dal Dopoguerra

Massimo Cannoletta lascia in “Eredità” la possibilità di una TV diversa dal trash che viviamo da anni.

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Parafrasando il titolo del programma che lo ha lanciato al pubblico possiamo dire che Massimo Cannoletta dopo il ritiro dal programma di Raiuno “L’Eredità”, lascia in “eredità” un messaggio nuovo che riguarda la TV in generale: è possibile una televisione fatta contemporaneamente di cultura e sentimenti quali generosità, umiltà, semplicità, simpatia, come le doti che contraddistinguono, a parer concorde di popolo e critica, il concorrente divenuto il più famoso degli ultimi anni e che hanno unito davanti agli schermi milioni di italiani di ogni classe, nel momento più difficile dal Dopoguerra. Giorno dopo giorno, quindi, Massimo, è divenuto da orgoglio della sua terra d’origine, il Salento, a quello di un’Italia che, seppur tra mille difficoltà, spera nella rinascita e che non si vuole più appiattire dietro i messaggi “subliminali” della Tv trash che c’inonda ogni giorno di menzogne, pettegolezzi e gossip e inevitabilmente riempie le vite di coloro che si fanno assuefare. Non vi è dubbio, infatti, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che il Nostro Paese, anche tra i palinsesti della TV, abbia bisogno di esempi positivi e di personalità come Massimo Cannoletta che possano rappresentare un’illuminata diversità rispetto alla decadenza culturale e umana che stiamo vivendo da anni, per favorire un rilancio dopo questo perdurante momento di crisi economica e sociale aggravato dall’emergenza sanitaria.

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