Lettera di un " mobbizzato "
Non ho chinato la testa quando potevo venire a patti per non perdere il lavoro e tutto il resto. Davanti a cosa vuole che mi pieghi adesso?

Dettagli della notizia
	... io ne ho 61 e a 54 anni ho perduto il lavoro
	drammaticamente. Ero dirigente apicale in un ente pubblico locale da molti
	anni. Cambiato il gruppo di potere, questi signori corrotti si sono portati
	dietro un loro dirigente pronto a firmare ogni cosa ed io ero di troppo.
	Dopo quattro anni di mobbing (nessuno poteva parlarmi, trasferimento in un
	ufficio coi mobili rotti ecc.) non avendo io accettato un ruolo subordinato,
	è stato fatto uno studio relativo all'accorpamento di tre enti sotto un
	unico dirigente (non io) e sono stato messo in mobilità con lettera fattami
	trovare su una scrivania il 24 dicembre 2003 (la vigilia di Natale). Ho
	trascorso sino al 2009 senza reddito, vivendo coi risparmi e poi,
	finalmente, sono riuscito ad andare in pensione. Nessuno mi ha fatto
	giustizia, nessuno mi ha aiutato, quasi tutti mi hanno abbandinato. In
	questo periodo disperato ho scritto sulla (OMISSIS) per
	fare qualcosa, per non morire. Mi perdoni lo sfogo, ma volevo dirle che so
	cosa vuol dire lottare ed essere stanchi, credere in ideali nonostante il
	mondo che ci circonda e l'ipocrisia dilagante.
	Ma non ci arrenderemo mai.
	Non ho chinato la testa quando potevo venire a patti per non perdere il
	lavoro e tutto il resto. Davanti a cosa vuole che mi pieghi adesso?
	 

