La polizia italiana in dogana ha chiesto ad alcuni lavoratori frontalieri di presentare il Green Pass.

Segnalazioni sui social, cresce il malcontento. Lo Sportello dei Diritti: “Le istituzioni facciano chiarezza al più presto per non ingenerare confusione”

La polizia italiana in dogana ha chiesto ad alcuni lavoratori frontalieri di presentare il Green Pass.

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Le segnalazioni sono girate nelle scorse ore sul gruppo Facebook "Frontalieri Ticino": la polizia italiana, ai valichi di frontiera con il Canton Ticino, avrebbe chiesto a vari lavoratori di presentare il Green Pass, ovvero la certificazione di avvenuta vaccinazione o guarigione dal Covid-19. Il Green Pass, da venerdì, va presentato per accedere a una vasta offerta di servizi e attività: bar e ristoranti al chiuso ma anche spettacoli e concerti, piscine e palestre, fiere e congressi, senza dimenticare teatri e cinema. Ma non vengono menzionate le frontiere. Eppure l'agente citato dalla testimonianza dell'utente social ha sostenuto che la certificazione “serve anche per i frontalieri” e ha citato una circolare in tal senso “delle ultime ore”. È quindi cambiato qualcosa per le decine di migliaia di lavoratori italiani che si recano in Ticino per lavoro? Dovranno presentare il certificato vaccinale alla frontiera? Per gli esperti, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, al momento non risulta alcun tipo di obbligo legato al Green pass, al rientro in Italia, per i lavoratori frontalieri» È bene comunque che si sgomberi il campo da possibili fraintendimenti e per questo chi di dovere faccia chiarezza al più presto per non ingenerare confusione. Eppure un vademecum di Ats Insubria afferma: “Gli obblighi di Certificazione Verde non si applicano ai lavoratori frontalieri in ingresso e in uscita dal territorio nazionale per comprovati motivi di lavoro e per il conseguente rientro nella propria residenza, abitazione o dimora”.

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