Invalido multato, il tagliando era visibile: fa causa

L'avvocato Cosimo Luigi Antonaci, poliomelitico, chiede i danni da stress al Comune di Lecce. Ha vinto il ricorso dopo una multa ingiusta subita della municipale. E testimone per lui fu la polfer

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LECCE – Invalido (vero), tagliando (in regola) e parcheggio dell'auto (giustamente) in zona riservata ai portatori di handicap. Eppure, multato. Proprio così. Solo perché il talloncino era casualmente scivolato giù, forse a causa del caldo, quindi non visibile di primo acchito, a meno di non abbassare lo sguardo per poi trovarlo. La questione sarebbe finita lì, se un agente della polizia municipale non si fosse imposto con una certa rigidità.

Il ricorso, per quel caso, il protagonista di questa vicenda, l'ha comunque vinto. Ma la vicenda, davvero, non finisce qui. Anzi. Il "bello", se così si può dire, arriva ora. Perché il prossimo 24 giugno, presso il giudice di pace di Lecce, nel tribunale di via Brenta, si terrà la prima udienza della causa civile che l'uomo, di professione avvocato, ha intentato al Comune di Lecce, per farsi riconoscere i danni da stress dovuti ad una vicenda per certi versi paradossali.

Un avvocato, si diceva. Si tratta di Cosimo Luigi Antonaci, di Martano. Poliomielitico alla gamba sinistra. Quindi, con problemi seri di deambulazione. Il 24 luglio del 2008 parcheggiò la Smart di sua moglie, un veicolo con cambio automatico, senza frizione, proprio per agevolare la guida, in piazzale Massari, nei pressi della stazione ferroviaria. Ovviamente, nello spazio delimitato da strisce gialle, riservato ai disabili. Per poi ritrovarsi una sonora batosta: multa di 74 euro, decurtazione di due punti sulla patente e sanzione accessoria di rimozione del veicolo. Tutto, per un tagliando non visto.

Eppure, era lì. Tanto che, giunto subito dopo aver subito la contravvenzione, Antonaci fece presente all'agente della municipale che il tagliando adesivo si era solo staccato dal vetro anteriore ed era adagiato sul cruscotto, comunque facilmente visibile dall'esterno. Viste le temperature di luglio, l'adesivo aveva probabilmente perso efficacia ed il talloncino della discordia era cascato. Non tanto, però, da non essere comunque notato.

Impassibile, l'agente si sarebbe rifiutato di prendere visione della presenza del tagliando e della sua autenticità. "Faccia ricorso, poi si vedrà", avrebbe risposto. Molti si sarebbero scoraggiati, ma Antonaci, anche in virtù della sua professione, che di certo l'ha reso negli anni molto pratico in certe diatribe, pensò bene di chiedere l'intervento di un agente della Polfer. Il quale constatò la presenza del tagliando a bordo dell'auto e la sua perfetta visibilità dall'esterno e fece quindi da testimone in sede di ricorso.

Il giudice di pace di Lecce, Giuseppe Paparella, con sentenza numero 5623 del 2009, accolse le istanze, annullando il verbale e compensando le spese.

"L'agente della polizia municipale si è trincerato dietro il puro formalismo, senza provare nemmeno a scusarsi dell'errore", spiega l'avvocato Antonaci, oggi nelle vesti di parte in causa (si farà rappresentare da un suo collega). "Quello che avrebbe potuto risolversi con una semplice stretta di mano ed un cordiale saluto si è definito invece solo con la richiesta di intervento della Polfer, ricorso al giudice di pace, udienze, spese ed ulteriori incombenze. Tutto per vedersi riconosciuto il diritto ad usare legittimamente uno spazio predisposto a tutela dell'handicap".

"Il caso ha voluto che sia capitato al sottoscritto, di professione avvocato, in grado di deambulare, sia pure a fatica e con la lucidità di chiedere l'intervento di un altro addetto delle forze dell'ordine per constatare la realtà dei fatti", aggiunge. E conclude: "C'è da chiedersi come sarebbe andata se, magari, fosse successo ad un normale portatore di handicap, magari affetto da patologie molto più gravi ed invalidanti, che avrebbe sicuramente trovato beffarda la sanzione in questione".

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