Filetti di acciughe in olio extra vergine d’oliva per presenza di istamina ritirati dagli scaffali

Ministero della Salute segnala richiamo per rischio fisico

Filetti di acciughe in olio extra vergine d’oliva per presenza di istamina ritirati dagli scaffali

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Il Ministero della salute ha annunciato sul portale del dicastero dedicato agli Avvisi di sicurezza e ai Richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori, l'immediato richiamo dagli scaffali dei negozi dei “Filetti di acciughe Verosapore in olio extra vergine d’oliva ” e “Filetti di Acciughe CLASSICI in olio di oliva” a marchio MAREBLU, per un possibile rischio chimico per i consumatori. Nel dettaglio, Il richiamo e il ritiro dei filetti di acciughe riguarda i lotti dei Verosapore 0000368375; 0000357182 con scadenza 12/10/23; 15/09/23 e CLASSICI 0000368373; 0000364577;0000357181 con scadenza 08/10/23; 14/09/23. Si tratta di conserva di pesce fermentato in barattoli di vetro da 90 grammi ciascuno. L'articolo è prodotto dalla ditta Grupo Consorcio Compania Americana de Conservas S.A.C. nel proprio stabilimento di Sector Mogote Grande a San Andres nella regione di Ica in Perù ma commercializzato da MAREBLU S.r.l. Come spiega la notifica del Ministero della salute, il richiamo è stato disposto perché a seguito di controlli è emersa la presenza di Istamina oltre i limiti massimi consentiti dalla legge e cioè dal regolamento CE 2073/2005. Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita chiunque avesse acquistato questi prodotti a non consumarli e a consegnarli al rivenditore o al Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della ASL locale. Ricordiamo che l’istamina è un composto azotato che rientra nel gruppo delle “ammine biogene”. Il nostro corpo è in grado di produrla per contrastare le infiammazioni, ed è particolarmente abbondante in caso di allergie (tanto da farci assumere i cosiddetti anti-istaminici). La presenza negli alimenti può essere dovuta alla trasformazione dell’amminoacido istidina, presente nella muscolatura dei pesci, in istamina oppure è dovuta all’azione di alcuni enzimi presenti in batteri patogeni Gram negativi (generi: Morganella, Klebsiella, Proteus , Hafnia, Enterobacter, Citrobacter, Vibrio, Photobacterium), che hanno contaminato le carni del pesce dopo la morte. L’istamina è stabile alle alte temperature e non subisce variazioni in seguito alla cottura e all’inscatolamento del pesce: per una completa inattivazione è necessario un trattamento di 90 minuti a 116°C. Principali sintomi dell’intossicazione ? Prurito, arrossamento del viso e del collo, orticaria, nausea, vomito, diarrea, cefalea, vertigini. Questi sintomi possono variare in dipendenza della quantità di tossina introdotta e dalla sensibilità individuale. Il periodo d’incubazione è breve: da pochi minuti ad alcune ore. Nei casi più gravi si può arrivare allo shock istaminico con ipotensione fino al collasso cardio-circolatorio. Terapia da seguire per combattere l’intossicazione. La terapia prevede l’impiego di anti-istaminici e glucocorticoidi. Nei casi più gravi viene somministrata adrenalina. I pesci più a rischio di istamina sono: tonno, sgombro, sardina, aringa, spratto, alaccia, cheppia, acciuga e lampuga.

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