Elettronica, occhio all’acquisto. Difettoso un prodotto su sei nel 2011. Il 14% dei prodotti elettrotecnici controllati presentava dei difetti

prodotti elettronici difettosi

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Sono a dir poco sorprendenti le cifre che riguardano i prodotti elettrotecnici difettosi, in base ad un’indagine condotta dall’Ispettorato federale svizzero degli impianti a corrente forte ESTI.
Secondo l’analisi, sono il 14% all’incirca, i prodotti elettrotecnici controllati che presentano vari difetti. La cosa che più stupisce è che nonostante i progressi della tecnica che dovrebbero portare ad una riduzione dei difetti nei prodotti elettronici, è stato riscontrato un notevole aumento rispetto ai dati del 2009, quando la percentuale di prodotti difettosi si fermò all’8%. E la lista delle pecche rilevate non è corta: si va dalle prove insufficienti della sicurezza alle carenze in materia di sicurezza.
La scrupolosità con cui l’ESTI controlla ogni anno i prodotti messi in circolazione a bassa tensione è data dal numero di prove che riguarda circa 1’500 apparecchi.
Il controllo sul commercio viene effettuato sia presso le catene di grande distribuzione sia in occasione di visite a fiere. Per comprendere la minuziosità dell’analisi, basti verificare che viene controllata anche la pubblicità degli apparecchi nonché le offerte su portali di vendita e siti web.
Ammonta, inoltre, al 16% la percentuale di controlli effettuati sulla scorta di segnalazioni di consumatori insoddisfatti e di società concorrenti.
Notevole anche il ventaglio di prodotti sottoposti a verifica: si va dagli elettrodomestici, dagli utensili a mano, agli accessori per l’installazione, dai componenti elettrotecnici fino agli apparecchi per l’ufficio, l’informatica, l’illuminazione nonché agli apparecchi e agli utensili per chi esegue lavori artigianali in casa e chi fa bricolage per hobby.
Secondo le rigorose norme elvetiche, peraltro, non meno stringenti di quelle UE, obbligano chi commercializza tali beni a dover fornire la prova della loro sicurezza in conformità all’ordinanza sui prodotti elettrici a bassa tensione (OPBT). Lo stesso vale anche per l’osservanza dell’ordinanza sugli apparecchi e i sistemi di protezione utilizzati in aree a rischio di esplosione (OASAE). E le sanzioni per chi commercializza apparecchi che costituiscono un pericolo per chi lo utilizza, possono arrivare sino al divieto della vendita.
Per tali ragioni, l’anno scorso sono scattati ben 44 divieti di vendita. In particolare, tubi LED non protetti da ogni lato dal contatto, adattatori non autorizzati per viaggi internazionali, spine/prolunghe sbagliate e non autorizzate, apparecchi e prodotti IT per l’utilizzazione nelle economie domestiche e nell’industria. Nella fattispecie sei diversi modelli di prodotti sono stati richiamati dai distributori.
Sarebbe utile, per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che anche in Italia e nel resto dell’UE si potessero avviare controlli di tale tipo, anche perché in mancanza, i consumatori dovrebbero aprire ancor maggiormente i propri occhi quando si approcciano a qualsiasi tipo di acquisto.
 

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