Dopo quattordici anni riaperto il caso sulla scomparsa di un bambino nel 2007

Dopo quattordici anni riaperto il caso sulla scomparsa di un bambino nel 2007

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Sono passati quattordici anni dalla sua scomparsa. Yéremi Vargas aveva sette anni quando nel 2007 si sono perse le sue traccie da Vecindario, Gran Canaria. Nel 2017 il caso era stato archiviato, ma oggi le indagini si riaprono per nuove possibili prove contro il primo e unico indagato della vicenda, Antonio Ojeda, alias "El Rubio".La famiglia del bambino ha presentato negli scorsi giorni una lettera al Tribunale d'Istruzione numero di San Bartolomé de Tirajana. La richiesta, riaprire il caso con nuove prove e nuove linee d'indagine. Ma non solo. Tra le righe si legge inoltre che la parte richiede la ricusazione del magistrato Juan Manuel Hermo Costoya, che aveva guidato l'istruttoria nella fase finale e dichiarato l'archiviazione del caso.Secondo l'avvocato della famiglia, il magistrato andrebbe sostituito in quanto non aveva seguito le linee d'indagine necessarie a mettere in manette Antonio Ojeda, il presunto assassino, secondo l'accusa, del piccolo Yéremi. L'uomo non era nuovo a situazioni di questo tipo, ma era stato scagionato per mancanza di prove solide. Si legge nella lettera che aveva "motivo, occasione e beneficio" per porre fine alla vita del minore guidato dagli stessi desideri sessuali che anni dopo lo portarono ad aggredire sessualmente un altro bambino, per cui ricevette una condanna a cinque anni di reclusione.Tra le nuove prove, una conversazione di "El Rubio" con i compagni di cella, in cui ammetteva l'assassinio di Yéremi. Avrebbe detto che il bambino fosse morto. "Il bambino era blu. Doveva scomparire». E per farlo scomparire lo avrebbe bruciato. L'agenzia di stampa Efe spiega che il giudice responsabile del caso ha chiesto al pubblico ministero di pronunciarsi sulla decisione di riaprirlo.Solo una settimana fa il padre del bambino Juan Francisco Vargas, è stato arrestato due volte per accuse di molestie sessuali. Ad accusarlo, una delle sue sette figlie e la figlia di una sua ex compagna, entrambe minorenni. È stato rilasciato in libertà provvisoria. In dichiarazioni rese note sui suoi social, la madre di Yéremi ha sostenuto che gli arresti dell'uomo, suo ex compagno, non hanno «nulla a che vedere» con la scomparsa del bambino.

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