Demenza senile: fenomeno di massa? Nascono i primi villaggi nel mondo a tutela degli ammalati e si utilizzano nuovi congegni per garantire l'indipendenza. Serve una politica nazionale anche in Italia.

demenza senile

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Più cresce la durata media della vita nel nostro Paese e proporzionalmente aumenta il numero delle persone colpite da quella che viene comunemente chiamata come “demenza senile”. Tale fenomeno comporta già ora costi sociali elevatissimi, ma con i tassi d’incremento futuri si prospetta una sfida per il welfare epocale che dovrebbe indurre gli attuali governanti a “programmare” tempestivamente l’inesorabile invecchiamento della popolazione. A sostenerlo è Giovanni D’Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello "Sportello dei Diritti".
Il Demographic Pulse della compagnia assicurativa Allianz Suisse ritiene che nel 2050 saranno oltre 115 i milioni di ammalati di demenza, ossia il triplo di quelli attuali, e l’incidenza si avrà nei paesi con la più alta aspettativa di vita al mondo e tra questi non solo la Svizzera e il Giappone, che ne detengono il primato, ma anche il Belpaese i cui tassi di invecchiamento della popolazione viaggiano a ritmi elevatissimi.
Ma se nello stato dell’estremo oriente e nel paese d’oltralpe si stanno già adottando politiche sempre più incentrate al sostegno degli anziani che sono visti come una risorsa per il futuro dell’economia, in Italia non è ancora così.
Lo stesso concetto d’indipendenza di un ammalato di demenza senile sembra qualcosa di utopistico e irrealizzabile, quando in realtà, non distanti da noi sono stati sviluppati ed utilizzati già da tempo e nella generalità dei casi diversi prodotti volti a preservare l&\#39;autonomia e la qualità di vita delle persone affette. Tra questi vale la pena segnalare un piccolo apparecchio con GPS integrato. Il dispositivo consente all&\#39;ammalato di muoversi liberamente entro un determinato raggio. Quando il paziente si allontana dalla zona di sicurezza, immediatamente un SMS segnala a parenti o interessati tale spostamento e grazie alla tecnologia satellitare chi riceve l&\#39;allarme può localizzare in tempo reale la persona in questione e sapere a che velocità si sta muovendo.
Per mezzo di questi strumenti, i malati possono conservare più a lungo le loro abitudini e soddisfare le esigenze di movimento. Nel contempo possono prendere parte attivamente alla vita sociale, fatto questo che potrebbe rallentare il processo di degenerazione.
Di grande aiuto si rivelano anche i sensori che possono essere fissati alle porte o ai bordi del letto. Non appena il malato apre la porta o lascia il letto, scatta l&\#39;allarme. Questo accorgimento permette a chi si prende cura del malato di abbassare il livello di guardia, in particolare di notte, e forse di dormire tranquillamente per qualche ora.
Ma una vera e propria rivoluzione in tal senso è stata realizzata a Hogewey nei Paesi Bassi dove è stato già realizzato il primo villaggio europeo per i malati di demenza che è stato già “copiato” a Wiedlisbach, nel cantone di Berna, dove si sta realizzando anche la prima cittadella svizzera sulla stessa falsariga. Il villaggio, con tanto di studio medico, caffè, negozio e cinema, dovrebbe essere pronto fra cinque o sei anni e dare ai suoi abitanti la possibilità di muoversi in un ambiente protetto, favorendo così la loro sensazione d&\#39;indipendenza. L’utopia è già realtà.
 

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