DEDICATO A PEPPINO BASILE: “Morte annunciata di un rompicoglioni”.

IL NUOVO LIBRO SCRITTO DA GIUSEPPE PUPPO. PREFAZIONE DEL GEN. CC  (AUS) DOTT. LUCIANO GAROFANO

DEDICATO A PEPPINO BASILE: “Morte annunciata di un rompicoglioni”.

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Giuseppe Puppo torna in libreria con “Morte annunciata di un rompicoglioni” (“I Quaderni del Bardo Edizioni”), riaccendendo una luce sulla tragica fine del consigliere comunale e provinciale di Ugento Peppino Basile. A tredici anni dall’omicidio, il delitto resta senza colpevoli.

I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno sono lieti di pubblicare l’ultimo lavoro del giornalista Giuseppe Puppo dal titolo “Morte annunciata di un rompicoglioni: la tragica fine di Peppino Basile” con la prefazione di Luciano Garofano.

La notte del 14 giugno 2008, alla fine di un sabato memorabile, in cui era arrivato finanche il Papa, l’ultimo giorno di vita di Peppino Basile, nella periferia già quasi campagna di Ugento, un’auto è ferma nel buio, a fari spenti, vicino casa sua. A bordo, ci sono due sicari, che preparano i pugnali, aspettando che ritorni.

In pochi minuti, si compie subito dopo la tragica fine, rimasta senza colpevoli, impunita, mistificata e dimenticata, del consigliere dell’Italia dei Valori, che aveva un sogno: “vedere questa terra crescere per il domani dei nostri figli”, senza ingiustizie, prevaricazioni, speculazioni economiche e politiche, e disastri am­bientali.

Una morte annunciata. Come quella di Santiago Nasar, il protagonista della storia vera romanzata da Gabriel Garcia Marquez, con cui Giuseppe Puppo traccia convergenze parallele incredibili. Non dimentica però di essere prima di tutto un giornalista, e basa tutte la sua ricostruzione su una meticolosa raccolta delle testimonianze di amici e conoscenti, sulla verifica delle fonti, e sui riscontri og­gettivi. Fino alla fine, in cui, nell’appendice, come da inchiesta giornalistica apre nuovi scenari investigativi, fra l’altro rimasti in grande evidenza e forse oggi più che all’epoca di straordinaria attualità.

Il tutto, in un racconto che si snoda con fluidità, disegnando un copione teatrale e/o una sceneggiatura cinematografica, oppure da fiction televisiva, pause comprese, ma sempre senza cali di tensione, senza soluzione di continuità, pur nelle sequenze dilatate nel tempo e nello spazio. Supermercati, strade, piazze, voci e volti, suoni, profumi e respiri, finanche le canzoni che manda il disk jockey della radio o della balera, inseriti in una nor­malità di routine a volte nostalgica, in una geografia dell’anima, fra i viaggi di emigrati sempre in procinto di tornare: al mare su cui galleggia il loro cuore, ai ricordi del sole che spacca le pietre, alle malinconie dei profumi d’autunno e al vento gelido del lento inverno salentino. Fino alle nuove realtà, perché poi su tutto prevale la voglia di riscatto, per riscuotere quei crediti che si aspettano, ma non arrivano, e si cercano allora nella politica, nell’aiutare chi ha bisogno, nel desiderio di combattere le ingiustizie, di indagare dove non si dovrebbe, per far emergere situazioni di illegalità e di sopraffazione.

È in questa atmosfera com­plessa che si muove la figura semplice di Peppino Basile, che aspetta ancora non solo giustizia, ma pure dignità.

Giuseppe Puppo, 63 anni, giornalista di cronaca, attualità e cultura, per oltre trenta anni nel Nord Italia. Ha collaborato a quotidiani, settimanali e periodici nazionali. Ha scritto una dozzina di libri di inchieste e di approfondimenti, un romanzo, una rac­colta di racconti, e sei opere teatrali. Tornato a Lecce, la sua città natale, fonda e dirige il quotidiano leccecronaca.it.

 

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