"Da stabilizzati a de-stabilizzati" . Lo Sportello Dei Diritti in difesa dei 36 lavoratori precari stabilizzati che rischiano di perdere il posto di lavoro da parte dell'Ente Provincia di Lecce.

stabilizzati provincia di lecce

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Nel 2008 circa quaranta lavoratori dell'Ente Provincia di Lecce, impiegati alcuni da parecchi anni con contratti a tempo determinato o co.co.co., venivano stabilizzati a seguito di una complessa procedura che rendeva finalmente fisso e certo un diritto dei cittadini costituzionalmente garantito: il diritto al posto di lavoro a tempo indeterminato.
L'allora giunta di centrosinistra guidata dal sen. Giovanni Pellegrino aveva dimostrato grande sensibilità istituzionale e competenza amministrativa vagliando un piano di stabilizzazione concertato con le organizzazioni sindacali che, peraltro, non fu impugnato dall'opposizione di centrodestra.
Con un'azione che sembra più una prevaricazione o una vendetta dettata dal passaggio di consegne tra amministrazione di centrosinistra a quella di centrodestra guidata da Antonio Gabellone, all'epoca capo dell'opposizione, in data 16 novembre è stata approvata dalla nuova giunta pdiellina una delibera che annulla il precedente piano di stabilizzazione con ciò compromettendo il conquistato diritto dei dipendenti precari al posto di lavoro a tempo indeterminato.
Mentre si è tenuta ieri, 20 giugno nella Sala Consiliare della Provincia di Lecce, l'incontro che le Organizzazioni Sindacali di categoria FP CGIL, FP CISL e UIL FPL hanno promosso con i lavoratori "stabilizzati" e i rappresentanti politici e consiglieri provinciali. Sono intervenuti, l'on. Teresa Bellanova (Pd) la sen. Adriana Poli Bortone (Io Sud), i Consiglieri provinciali Gabriele Caputo, Alfonso Rampino, Roberto Schiavone (Pd), Giovanni Siciliano (Salento c'è). Alla riunione hanno partecipato anche i rappresentanti provinciali delle Confederazioni sindacali: Antonella Cazzato (CGIL), Antonio Nicolì e Luigi Albetta (CISL), Salvatore Giannetto e Giuliana Lubello (UIL), e il Segretario Generale FP CGIL PUGLIA Biagio D'Alberto. Assenti l'Amministrazione Provinciale e tutti i componenti della maggioranza di Palazzo dei Celestini, nonché delle forze politiche di riferimento della maggioranza.
Dopo l'intervento introduttivo delle Organizzazioni Sindacali di categoria sono intervenuti tutti i rappresentanti politici presenti. Da parte di tutti sono state sollevate perplessità rispetto all'operato dell'Amministrazione Provinciale guidata dal Presidente Antonio Gabellone, evidenziandone la connotazione fortemente politica; è emersa, inoltre, la volontà di porre in atto tutte le iniziative tese alla salvaguardia dei posti di lavoro. I Segretari Confederali di Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito il pieno sostegno alla vertenza condividendo con le Organizzazioni Sindacali di categoria e i lavoratori tutte le azioni che saranno intraprese.
Cogliendo la disponibilità dei Consiglieri provinciali presenti, sarà effettuata una richiesta di convocazione monotematica del Consiglio Provinciale sul tema all'ordine del giorno dell'Assemblea, perché in quella sede sia data una risposta politica di soluzione del problema.

 

Dopo ampia discussione con l'intervento anche di moltissimi lavoratori, l'assemblea ha deciso di:
• proseguire la vertenza invitando i Consiglieri provinciali a promuovere la riunione del Consiglio Provinciale;
• promuovere un presidio permanente dei lavoratori interessati all'ingresso della sede del Presidente della Provincia di Lecce, riservandosi ogni altra iniziativa ritenuta utile alla soluzione del problema.
Giovanni D'Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di IDV e fondatore dello "Sportello Dei Diritti", cogliendo l'appello dei lavoratori che in data odierna si sono visti notificare le lettere che preavvisano il licenziamento, chiede un deciso passo indietro alla giunta Gabellone al fine di poter avviare ogni iniziativa utile affinché si continui a garantire il diritto al posto di lavoro nei confronti di queste moderne vittime dell'alternanza politica perché il diritto al posto di lavoro dovrebbe essere considerato "sacro".
 

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