Covid-19: ricercatori italiani scoprono la causa dei danni cellulari nella fase acuta

Lo studio è stato pubblicato sull'European Journal of Immunology. Si apre così la strada a innovativi approcci terapeutici.

Covid-19: ricercatori italiani scoprono la causa dei danni cellulari nella fase acuta

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Un team italiano di scienziati ha identificato alcuni dei meccanismi con cui particolari cellule dell'infiammazione acuta vengono attivati e rilasciano molecole capaci di danneggiare cellule e tessuti molecolari ritenuti responsabili del danno cellulare durante l'infiammazione acuta da SarsCov2. Lo studio, condotto dai ricercatori dell'Università di Modena e Reggio Emilia, Andrea Cossarizza e Lara Gibellini, insieme a Rebecca Borella e Sara De Biasi, può aprire la strada ad approcci terapeutici innovativi indirizzati a modificare il metabolismo cellulare nelle fasi acute dell'infezione dal coronavirus. La pubblicazione è sull'European Journal of Immunology. Hanno partecipato anche i professori Cristina Mussini, Massimo Girardis, Daniela Quaglino e Federica Boraldi. I ricercatori hanno descritto in particolare alcuni dei meccanismi molecolari con cui particolari cellule dell'infiammazione acuta - i granulociti neutrofili - vengono attivati in modo massivo e rilasciano molecole capaci di danneggiare le cellule e i tessuti dei pazienti con la sindrome Covid-19.Lo studio, spiegano i ricercatori, ha dimostrato che i granulociti neutrofili circolanti nel sangue dei pazienti con Covid-19 rilasciano in modo massivo il contenuto dei loro granuli capaci di causare un forte stress ossidativo nelle cellule circostanti e di degradare l'elastina, una componente fondamentale della matrice extracellulare dei tessuti connettivi e in particolar modo dei polmoni. La degradazione della elastina e la sua sostituzione con materiale fibrotico causa un danno irreversibile con perdita della elasticità tessutale e della funzionalità respiratoria. Aver identificato questo meccanismo, rvidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non solo allarga lo spettro delle nostre conoscenze della patogenesi del Covid-19, ma potrebbe anche aprire la strada ad innovativi approcci terapeutici atti a modificare il metabolismo cellulare nelle fasi acute dell'infezione.

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