Corte di Giustizia Tributaria di Lecce: annullato avviso di accertamento IVA da oltre 52mila euro

Il commerciante di auto ha la possibilità di utilizzare il regime speciale IVA del margine in occasione de l’acquisto di auto usate da parte di un fornitore tedesco

Corte di Giustizia Tributaria di Lecce: annullato avviso di accertamento IVA da oltre 52mila euro

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Un’interessante sentenza della Corte di Giustizia Tributaria di Primo Grado di Lecce -Sezione 05, comunicata oggi, ha accolto tutte le eccezioni di diritto e di merito formulate nel ricorso redatto dal noto tributarista salentino avvocato Maurizio Villani e ha totalmente annullato l’avviso di accertamento IVA di euro 52.685,00 condannando l’Agenzia delle Entrate di Lecce al pagamento delle spese legali di euro 5.000. In particolare, i Giudici di merito (Presidente Dott. Buffa Francesco e Relatore Dott. De Gaetanis Giovanni), anche alla luce di una costante giurisprudenza della Corte di Cassazione, hanno riconosciuto ad un commerciante di auto la possibilità di utilizzare il regime speciale IVA del margine in occasione dell’acquisto di auto usate da parte di un fornitore tedesco. Infatti, la Corte di Cassazione ha sempre stabilito che "qualora l'Amministrazione finanziaria contesti, in forza di elementi oggettivi e specifici, la possibilità per il contribuente di avvalersi del regime di favore del cd. margine spetta al contribuente medesimo dimostrare la propria buona fede che, rispetto alla compravendita di veicoli usati, si connota nella diligente individuazione dei precedenti intestatari dei veicoli, nei limiti dei dati risultanti dalla carta di circolazione, eventualmente integrati da altri elementi di agevole e rapida reperibilità, al fine di accertare, anche in via presuntiva, se l'IVA sia già stata assolta a monte da altri senza possibilità di detrazione". Il contribuente, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha dimostrato, anche con una perizia giurata, la possibilità di avvalersi del regime speciale IVA del margine e l’Agenzia delle Entrate non ha dedotto elementi tali da contrastare le tesi difensive e per questo è stata anche condannata alle spese di lite.

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