Coronavirus e jogging. La corsetta fuori casa può far contagiare altre persone.

Un infettivologo svizzero segnala il rischio. Ma non tutti gli scienziati sono concordi. Lo “Sportello dei Diritti”: nell’incertezza della scienza è meglio prevenire e continuare a stare a casa. Attendiamo di uscire dal tunnel per riprendere la vita normale

Coronavirus e jogging. La corsetta fuori casa può far contagiare altre persone.

Dettagli della notizia

Nonostante i giusti inviti, anzi l’obbligo di restare a casa, sono troppi coloro che ancora scalpitano per una sgambata per andare a fare un pò di footing proprio in questa delicatissima fase nella quale il nostro Paese inizia a vedere l’uscita dal tunnel di questa tremenda emergenza che risponde al nome di “Coronavirus”. Sono tanti gli scienziati che ci continuano a ricordare che rimanere a casa può fare la differenza e non è il tempo di perpetuare abitudini che normalmente e correttamente sono considerate sane. La conferma che anche andare a correre può far contagiare gli altri arriva da un’intervista su 20minuten e riportata da Ticinoonline, di un infettivologo svizzero, il dottor Andres Cerny, Direttore di Epatocentro Ticino, oltre che medico accreditato alla Clinica Moncucco. Questi ha affermato che «Anche andare a fare jogging comporta un possibile rischio di trasmissione di coronavirus nei confronti delle altre persone». Il medico ha ritenuto dover precisare in tal senso che: «Facendo jogging, coloro che corrono producono molto aerosol, che rimanendo nell'aria potrebbe trasmettere il virus alle persone nelle loro strette vicinanze». E ciò potrebbe acuirsi nei sentieri e nelle strade strette, dove due metri di distanza non sono facilmente applicabili. «La differenza tra le normali goccioline (di cui si parla tanto recentemente) e l'aerosol è la grandezza: l’aerosol, essendo di dimensioni ridotte, può rimanere nell'aria ed essere rilevabile per circa tre ore, mentre le goccioline scendono rapidamente (in circa 10 minuti) a terra o su altre superfici» ha sottolineato il dottor Cerny. L’aspetto positivo è che il virus contenuto nell'aerosol a contatto con l'aria fresca si diluisce velocemente. «In ogni caso, il vento che si crea quando una persona corre riduce fortemente la concentrazione di virus nell'aria, e di conseguenza, cala anche la probabilità di trasmettere il virus ad un'altra persona» ha evidenziato lo specialista in malattie infettive. Tuttavia, nel caso di vento, bisogna fare attenzione. «È possibile che il vento spinga l'aerosol o le goccioline in una determinata direzione. Comunque, come ripetuto più volte, il principio più importante da seguire rimane quello della distanza sociale: più si sta alla larga, minore è la possibilità di venir infettati» ha concluso il medico. Dev’essere però precisato, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che come correttamente riportato dal giornale elvetico, il fatto che il virus possa essere trasmesso tramite aerosol è un'eventualità in fase di studio, ancora al vaglio degli scienziati, e non supportata da tutti gli esperti. Soprattutto in una situazione naturale, al di fuori di un ambiente controllato di laboratorio, non ci sono le basi scientifiche per confermarlo. In ogni caso, nell’incertezza ed in una fase delicatissima quale quella che stiamo vivendo, è certamente corretto e doveroso continuare sulla strada individuata dal nostro governo nella scelta di farci rimanere tutti a casa e ad attendere ancora qualche giorno prima di riprendere le nostre sane abitudini e gli sport agonistici e non.

Immagini della notizia

Documenti e link

X