Avvistato cetaceo dal becco di Cuvier al largo della costa siracusana
Ecco lo spettacolare e raro video ripreso da due pescatori di uno Zifio noto per le straordinarie immersioni nelle acque dove la profondità raggiunge e supera i 1000 metri

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Avvistato cetaceo dal becco di Cuvier al largo della costa siracusana. Ecco lo spettacolare e raro video ripreso da due pescatori di uno Zifio noto per le straordinarie immersioni nelle acque dove la profondità raggiunge e supera i 1000 metri
Uno Zifio dal becco di Cuvier, ossia balena del becco di Cuvier, mentre il nome scientifico è Ziphius Caviorostris, è stato avvistato al largo delle coste siracusane da due fratelli pescatori amatoriali, avvistamento che ha lasciato i due senza fiato. Il video è diventato rapidamente virale. Lo Zifio è il cetaceo infatti anche se è presente in tutti gli oceani e i mari del mondo, dalle acque tropicali e temperato-fredde, fino all'isoterma dei 10 °C, avvistarlo è molto raro perché passa la maggior parte del suo tempo in profondità, lontano dalla superficie, dove può raggiungere fino ai 3 mila metri. Nel Mar Mediterraneo, gli esemplari di zifio abitano aree in cui le profondità di solito superano i 1000 metri. Sono presenti in piccolo numero e conducono una vita nascosta. Possono restare sott’acqua fino a 23 minuti. Lo straordinario avvistamento è avvenuto mercoledì 12 giugno 2025. Il cetaceo è stato ripreso da due pescatori sorpresi ed entusiasti per lo spettacolo inaspettato. Nel video si vede il cetaceo mentre nuota in superficie in modo rilassato e tranquillo, con una velocità che si aggira sui 3 nodi (5 km/h), per poi tuffarsi in profondità. Il momento, accompagnato dal rumore delle onde, è davvero raro lungo la costa siracusana anche se da anni la specie viene regolarmente segnalata nel tratto di mare tra lo Stretto di Messina e il Canale di Sicilia. È il mammifero marino con la più grande capacità di immersione subacquea, è in grado di raggiungere quasi 3.000 metri di profondità e di restare immerso per 3 ore e 42 minuti senza respirare. Nonostante siano chiamate "balene", le balene dal becco di Cuvier appartengono al gruppo delle balene dentate a cui appartengono anche i delfini e possono crescere oltre sei metri di lunghezza e pesare oltre tre tonnellate. Il rostro non viene spinto fuori dall'acqua; una tipica sequenza respiratoria inizia con l'apparizione del melone, seguita dall'emissione di un soffio piuttosto modesto. Poi il capo scompare sott'acqua mentre appare il resto del dorso con la pinna dorsale. La sequenza di superficie, nel corso della quale il cetaceo nuota in genere appena sotto il pelo dell'acqua, comporta una serie di soffi intervallati da circa 20 sec. L'ultima respirazione prima dell'immersione - che può durare oltre 30 minuti - è accompagnata quasi sempre dal sollevamento della coda fuori dall'acqua, come fanno i capodogli. Esistono anche casi documentati di zifii che saltano goffamente fuori dall'acqua. Non esistono dati sulle abitudini migratorie dello zifio. Le informazioni in merito sono talmente frammentarie da non consentire di delineare la struttura sociale di questa specie. La maggior parte delle osservazioni riguarda esemplari isolati o in piccoli gruppi di 2-4 esemplari. Il branco più grande di cui si ha notizia era costituito da 25 esemplari. L'estrema rarità degli avvistamenti in mare di zifio indica la grande timidezza di questa specie, che di certo si adopera per tenersi alla larga dalle imbarcazioni e dalle attività dell'uomo. Riguardo alla produzione di suoni, non esistono particolari in merito. Proprio dagli spiaggiamenti sappiamo che lo zifio non è poi così raro come si potrebbe supporre dall'esiguità degli avvistamenti. Quasi la totalità di questi spiaggiamenti riguarda spiaggiamenti singoli. Si conoscono pochi casi di spiaggiamenti in massa di zifii: uno di 5 esemplari a Puerto Rico, un altro di 6 esemplari alle Galápagos, infine due alle Canarie, uno dei quali di almeno 12 esemplari. In Liguria, nel maggio 1963, nel giro di pochi giorni si spiaggiarono, lungo un arco di costa di alcune decine di chilometri, ben 15 esemplari di zifio; tecnicamente non si può in questo caso parlare di spiaggiamento collettivo, malgrado i singoli eventi fossero di certo collegati tra loro. Lo zifio può essere attaccato dall'orca. Nel 1985, al largo di Finale Ligure, un'orca fu fotografata mentre staccava brani di carne da una carcassa fresca di zifio, che con ogni probabilità essa stessa aveva catturato. La principale causa di mortalità per lo zifio in Mediterraneo sono comunque con ogni probabilità le catture accidentali in reti pelagiche derivanti. Da segnalare infine l'ipotesi che per lo meno alcuni degli spiaggiamenti collettivi di zifio (ad esempio quelli avvenuti alle Canarie, e forse anche quello in Liguria) fossero in qualche modo correlati con esercitazioni militari, e con conseguenti esplosioni subacquee. La D.ssa Diana D’Agata, Veterinary Surgeon nel Regno Unito, esperta di fauna marina, ci fa sapere che le balene dal becco di Cuvier nell'Adriatico sono una specie sottoposta a un'estrema pressione a causa di numerose attività umane in mare. Sono sensibili al rumore prodotto dai sonar militari durante le esercitazioni navali che in più occasioni hanno portato alla loro morte di massa e allo spiaggiamento nel Mar Mediterraneo. Le profondità a cui si immergono sono assolutamente incredibili. La capacità di immersione degli zifi va molto oltre quello che ci aspetteremmo in base alle nostre attuali conoscenze nel campo della fisiologia. Tanto è vero che gli scienziati sperano che lo studio della capacità di immersione di questi cetacei si riveli utile per lo sviluppo di trattamenti medici più efficaci per la cura di patologie come lo pneumotorace. Secondo la Lista Rossa della IUCN, la popolazione globale della balena dal becco di Cuvier potrebbe superare i 100.000 individui, comprese le popolazioni stimate nelle seguenti aree: nel Pacifico tropicale orientale - 80.000 balene; al largo della costa occidentale degli Stati Uniti - 1.884 balene; nelle acque delle Hawaii - 15.242 balene. Attualmente, le balene dal becco di Cuvier sono classificate come Specie a rischio minimo (LC) nella Lista Rossa dell'IUCN. Tuttavia, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, insieme ad altre specie di balene, questi animali sono minacciati da una serie di fattori tra cui le attività umane, il cambiamento climatico globale, l'intossicazione da metalli pesanti e inquinamento. e la collisione con imbarcazioni. Ecco il link del video che non scorderemo mai: https://www.itemfix.com/v?t=8y4fvf