Ancora glutine non dichiarato in tre diversi tipi di burro.

Nelle ultime settimane il ministero della Salute ha disposto il richiamo di alcuni lotti di burro Granarolo prodotto dalla GRA-COM srl

Ancora glutine non dichiarato in tre diversi tipi di burro.

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Arriva il 19 luglio l’ultimo richiamo alimentare, da parte del ministero della Salute, per il "Burro Granarolo S.p.A.". Il lotto specifico oggetto di richiamo è quello con data 04-09-2021 ed è prodotto dall'azienda GRA-COM srl con sede in via Emilia Est 90/A a Castelfranco Emilia (Modena). La data di scadenza del prodotto è il 04/09/2021 e il peso è di 1000 gr. Motivo del richiamo riguarda la presenza di un allergene (glutine) non dichiarato sul prodotto.

Il secondo richiamo alimentare, sempre in data 19 luglio 2021, riguarda il "Burro Granarolo" sempre prodotto dall'azienda GRA-COM srl con sede in via Emilia Est 90/A a Castelfranco Emilia (Modena). Il lotto specifico oggetto di richiamo è quello del 09-09-2021 avente la stessa data di scadenza e il peso è di 1 kg. Motivo del richiamo riguarda la presenza di un allergene (glutine) non dichiarato sul prodotto.

Il terzo richiamo alimentare, in data 19 luglio 2021, riguarda il "Burro Granarolo 1000 g", sempre prodotto dall'azienda GRA-COM srl con sede in via Emilia Est 90/A a Castelfranco Emilia (Modena). Il lotto specifico oggetto di richiamo è quello avente la stessa data di scadenza del 16-09-2021. Motivo del richiamo riguarda la presenza di un allergene (glutine) non dichiarato sul prodotto.

Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” raccomanda, quindi, ai consumatori di prestare la massima attenzione e di non consumare il prodotto in caso di celiachia o sensibilità al glutine. Qualora il prodotto fosse già stato comprato si suggerisce, se possibile, di restituirlo presso il punto vendita in cui è avvenuto l’acquisto.” invita tutti i celiaci che dovessero aver acquistato il prodotto nel lotto indicato a non consumarlo e a riconsegnarlo al punto vendita che provvederà al rimborso o alla sostituzione. Lo “Sportello dei Diritti” inoltre evidenzia che secondo quanto stabilito da Regolamento Europeo, infatti, a partire dal 13 dicembre 2014, vige l’obbligo di indicare sull’etichetta in maniera chiara ed evidente anche attraverso accorgimenti grafici gli ingredienti che potrebbero provocare una serie di allergie. L’obbligo è valido sia per i prodotti alimentari confezionati, sia per quelli non preconfezionati, preparati all’interno di attività come mense e ristoranti. In caso di mancato rispetto delle norme, è possibile andare incontro a specifiche sanzioni per la violazione delle disposizioni europee. In particolare, l’omessa indicazione degli allergeni prevede ad esempio l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria equivalente al pagamento di una somma che può variare dai 3.000 ai 24.000 euro.

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