Allerta Rasff per la mela “avvelenata”: presenza di patulina nel succo di mela e menta prodotto in Italia in concentrazione superiore al limite consentito

Allerta Rasff per la mela “avvelenata”: presenza di patulina nel succo di mela e menta prodotto in Italia in concentrazione superiore al limite consentito

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L’elenco italiano del sistema di allerta inviata dal Ministero della Salute italiano, comprende una segnalazione di allarme per un succo di mela e menta in bottiglia di vetro prodotto in Italia e distribuito in Austria e Germania oltre che nel nostro Paese. Nello specifico, su ordine dell'autorità che ha emanato il cosiddetto "Dav-Allerte", è stato disposto il ritiro dal mercato da tutti i Paesi dell'Unione Europea, del succo di mela e menta in bottiglia di vetro (Apple juice and mint in glass bottles), contenente patulina in concentrazione superiore al limite consentito. L'allerta di RASFF, il Sistema rapido di allerta europeo, come si legge al dettaglio di notifica al n° 2023.8455, è stata lanciata il 7 dicembre. La scoperta è stata fatta dopo che Ufficio Prevenzione, Promozione della salute e Sanità pubblica di Bolzano, ha aperto una inchiesta per "commercio di sostanze alimentari nocive" dopo la segnalazione che era stata riscontrata tracce della micotossina Patulina in concentrazione superiore al limite consentito (massimo 58 µg/kg-ppb, minimo 50 µg/kg-ppb), durante i controlli di routine sulla bevanda da parte dell’azienda sanitaria locale. La Patulina è un composto tossico prodotto da diversi tipi di funghi in particolari condizioni ambientali, in grado di attaccare anche prodotti della filiera alimentare, contaminandoli; questa, inoltre, può essere nociva per l’uomo, poiché a seconda del tipo, può causare cancro, problemi gastrointestinali e renali, inoltre possono anche essere immunosoppressive, limitando la resistenza alle malattie infettive. La patulina è una delle micotossine che è possibile incontrare più frequentemente sulle nostre tavole, è prodotta dai funghi del genere Aspergillus e Penicillium ed è stata scoperta negli anni ’40, quando si riteneva fosse un potente antibiotico a causa della forte attività nei confronti dei batteri sia gram positivi che negativi, compreso il Mycobacterium tubercolosis. Oggigiorno, invece, questa teoria è stata messa da parte poiché la patulina si è dimostrata tossica per l’uomo e gli animali, infatti ha potere mutageno, immunosoppressivo e, soprattutto, è in grado di causare infezioni gastrointestinali con conseguenti ulcere, provocando sintomi quali nausea, vomito e convulsioni. Ad alte dosi la patulina è nefrotossica (danneggia i reni), altera la permeabilità dell’intestino, aumenta lo stress ossidativo promuovendo l’infiammazione ed il cancro, altera il microbiota intestinale poiché agisce come un antibiotico, irrita le mucose della vescica ed è addirittura teratogena.Chimicamente parlando, la patulina è una molecola stabile ai pH bassi, quindi all’ambiente acido, ed alle alte temperature, mentre è più sensibile alla fermentazione, dunque per abbassarne le concentrazioni non serve pastorizzare un alimento ma fermentarlo. La principale causa di alterazione e contaminazione da patulina è il Penicillium expansum e gli alimenti maggiormente suscettibili sono la mela e la pera principalmente, ma anche i frutti con nocciolo (pesca, albicocca, ciliegia, prugna) e l’uva, ma per fortuna non contamina gli agrumi. Anzi, sono proprio gli oli essenziali di arancia e di limone quelli in grado di inibire la produzione di patulina. Una nota positiva è che la patulina rimane confinata nella zona ammuffita, per cui eliminando dal frutto la parte contaminata non vi sono rischi per la salute dell’uomo; ovviamente staremmo più tranquilli se con il frutto imputato preparassimo il sidro, perché grazie alla fermentazione la patulina verrebbe degradata. Altro metodo per evitare la contaminazione da patulina è l’utilizzo dell’anidride solforosa, che spesso troviamo nei succhi di frutta, in grado di distruggere la micotossina. Solitamente il consumatore presta attenzione alla presenza di alterazioni del frutto, ma le leggi europee per tutelare la salute dello stesso ha fissato dei limiti massimi di patulina negli alimenti: 50 mg/l max nei succhi di frutta e derivati, 25 mg/l max nei prodotti preparati con mele solide (es. la purea), 10 mg/l max nei succhi e negli alimenti destinati a neonati e bambini. Ovviamente per evitare la contaminazione si deve insistere sulla prevenzione, selezionando materie prime integre e non danneggiate, conservandole in ambienti adeguati, lontani da fonti di calore ed umidità; eliminare la parte contaminata non sempre ci assicura piena salubrità dell’alimento, poiché è possibile che la tossina abbia toccato anche i “tessuti” sani del frutto. L’allerta come rischio serio, è stata lanciata da Germania, Austria e Italia, paese produttore, attraverso il Sistema rapido di allerta europeo alimenti (RASFF). Pertanto, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, poiché ad oggi il ministero della Salute italiano non ha pubblicato sul suo nuovo portale dedicato alle allerte alimentari, qual’è la marca ed il lotto del prodotto in questione, invita chiunque avesse acquistato questa bevanda anche on line a non consumarla. La questione è abbastanza delicata perchè potrebbe contenere la Patulina superiore al limite consentito e che dunque farebbe risultare il succo di mela non più come una bibita analcolica ma come una vera e propria bevanda tossica che può produrre effetti nocivi sulla salute umana.

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