A casa senza cittadinanza

Una storia di integrazione incompiuta quella di Ablaye Seye e la sua famiglia. Vivono a Lecce da tanti anni, le figlie nate e cresciute qui, ma non hanno ancora la cittadinanza

Ablaye Seye, 34 anni, senegalese. È arrivato in Italia da minorenne. Da 16 anni lavora in un bar nel centro di Lecce. Lecce è ormai casa. Per Ablaye e per la sua famiglia. La moglie Coumba e le tre figlie Nogaye, Astu Nicoletta e Soda, di 11, 9 e 4 anni. Le più piccole nate in Puglia, Nogaye arrivata ad appena un anno di vita. Alle spalle momenti difficili: la vita da senza tetto, l’accoglienza in un centro. Poi il lavoro a tempo indeterminato. E l’acquisto della casa. Quella di Ablaye e della sua famiglia è una storia di perfetta integrazione. Come tante in Puglia. Dove oggi vivono quasi 150 mila stranieri. Oltre al lavoro nel bar, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,Ablaye Seye studia sociologia all’università. Nel tempo libero fa volontariato nell’associazione Sportello dei Diritti. Aiuta altri migranti come lui a sbrigare le pratiche burocratiche per ottenere i documenti. Nonostante abbia trascorso più della metà della sua vita in Italia e le sue figlie siano nate o cresciute in Puglia, Ablaye e il resto della sua famiglia non hanno la cittadinanza italiana. Ci mostra il libro che ha appena pubblicato. La storia del suo viaggio. E di tanti altri migranti come lui. In cerca di un futuro migliore in Europa. Nel servizio le interviste a Rocco Catamo, titolare del bar in cui lavora Ablaye Seye, e ad Antonio Ciniero, docente di Sociologia dell’Immigrazione all'Università del Salento.

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Data di fine pubblicazione: 30.11.-1
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