Ambiente. Il Mediterraneo continua a sorprendere: turisti leccesi filmano esemplare di foca monaca nella acque ioniche della baia di Lefkas in Grecia

foca monaca grecia

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Il Mediterraneo è un mare che continua a sorprendere, perché se tanti studiosi sono sconfortati dalla scomparsa di specie endemiche e si battono per la salvare quelle rimaste, è tuttavia imprescindibile il sentimento di chi nutre ancora speranza nella possibilità di un’inversione di tendenza nella salvaguardia dell’ambiente e quindi della flora e della fauna tipiche del Mare Nostrum, specie quando si ripetono avvistamenti come quello di tante tartarughe del tipo caretta caretta che si stanno moltiplicando negli ultimi anni, ma soprattutto di quelli ancor più rari delle foche monache. Ed è per questo che per lo “Sportello dei Diritti”, ogni immagine o ripresa video di questi incredibili mammiferi marini che una volta popolavano tutte le sponde del Mediterraneo, diventa di straordinaria importanza per invogliare le autorità europee e nazionali a rilanciare la salvaguardia delle coste e della qualità delle acque che tornano ad essere dei veri e propri santuari della biodiversità anche laddove si era persa ogni speranza. A tal proposito, proprio in data odierna, alcuni turisti leccesi ci hanno postato il video di uno stupendo esemplare di foca monaca che giocava incurante della loro presenza, nella Baia di Lefkas, nel vicino Ionio greco e che in esclusiva postiamo sul sito dello “Sportello dei Diritti”. Un avvistamento che si va ad aggiungere a quello assolutamente straordinario del giugno scorso nelle acque di Tricase nel Salento alla confluenza di Adriatico e Ionio e che conferma una possibile ripresa della specie, tra le più minacciate dal rischio estinzione. Basti ricordare che del pinnipede, secondo una stima dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura sopravvive una popolazione di appena 600-700 esemplari: circa 200 concentrati nell'Egeo e nel Mediterraneo sudorientale, 20-30 nel Mar Ionio, 10-20 nel Mare Adriatico, una decina nel Mediterraneo centrale, dai 10 ai 20 nel Mediterraneo occidentale e meno di 300 in Atlantico. La Società Zoologica di Londra, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, considera la Monachus monachus (questo il nome scientifico) una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione. Questi dati e i recenti avvistamenti, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, c’inducono a rilanciare un appello alle istituzioni europee e nazionali affinché sia data priorità assoluta alla tutela dei nostri mari che è fonte di ricchezze d’inestimabile valore non solo naturalistico, ma anche per la possibilità di creare un indotto del turismo sostenibile capace di rilanciare le economie di aree depresse come quelle ricomprese fra Grecia, Albania e Meridione d’Italia proprio nelle ampie zone dove queste specie potrebbero riprendere a proliferare. È evidente, quindi, che una svolta di questo tipo di vero e proprio “sviluppo sostenibile” nelle politiche economiche è del tutto incompatibile con opere dal forte potere impattante sul territorio e sul mare come i megagasdotti, tra tutti quello del consorzio TAP per il quale si dovrebbe riaprire una seria e approfondita discussione per fermarne la realizzazione anche alla luce di questi eccezionali avvistamenti.

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