In Gran Bretagna eliminato il divieto di donazione di sangue tra uomini gay. In Italia i protocolli prevedono restrizioni per quattro mesi in conseguenza di comportamenti sessuali a "rischio"

donatore sangue gay

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La Gran Bretagna, comincia a liberarsi da un obsoleto ed odioso fardello in tema di diritti umani: finalmente sarà consentita la donazione di sangue da donatori gay.
Dal 07 novembre in Inghilterra, Scozia e Galles sarà abolito il divieto di donare sangue da uomini che hanno fatto sesso con altri uomini che da anni aveva sollevato aspre polemiche da parte delle associazioni di tutela dei diritti perché a una moltitudine di uomini era impedita la possibilità di donare il proprio sangue. I protocolli britannici, infatti, sino a questa inversione di tendenza escludevano, vita natural durante, la possibilità di questo gesto di generosità a qualsiasi uomo che avesse fato sesso con un altro uomo.
In realtà, le nuove norme introdotte, stabiliscono un periodo di 12 mesi di sospensione della possibilità di donazione nel caso in cui comunque si avesse avuto precedentemente un rapporto omosessuale.
Il periodo di differimento è stato lasciato in vigore poiché esiste un "periodo finestra" nel quale, in effetti, alcuni virus non sarebbero rilevabili anche se in realtà il termine sarebbe di gran lunga inferiore ai 12 mesi. La relazione del comitato consultivo per la sicurezza del sangue, tessuti e organi (SaBTO) sostiene che per l'HIV varia da 9 a 15 giorni, a seconda del tipo di test. Per l'epatite B, che provoca la è di 66 giorni.
In Spagna, il periodo di differimento è sei mesi dopo il cambio di un partner sessuale, se l'aspirante donatore è sia etero o gay. In Italia, che in questo caso si è dimostrata sorprendentemente più avanzata, i protocolli stabiliscono la restrizione in quattro mesi in caso di "comportamenti sessuali a rischio" senza alcuna discriminazione relativamente al sesso.
La notizia che è stata apprezzata da molti perché comunque abbatte una "barriera" assolutamente ingiustificata e che potremmo definire quasi da età feudale ha suscitato anche delle perplessità ed un nuovo dibattito perché il periodo di sospensione di un anno viene ritenuto sproporzionato rispetto alla possibilità temporale dì individuazione di virus in tempi notevolmente più ristretti rispetto a quello stabilito dalla nuova norma e di fatto mantiene in vigore una posizione comunque discriminatoria.
Al contrario, in Stati Uniti, Canada, Francia e molti altri paesi permane un divieto assoluto di donazioni da uomini che hanno permanentemente rapporti sessuali con uomini.
Giovanni D'Agata, componente del Dipartimento Tematico "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello "Sportello dei Diritti", dopo questa notizia auspica che anche i Paesi dove continua a persistere tale barriera discriminatoria, siano persuasi a modificare le normative restrittive che anche alla luce delle evidenze della scienza medica in termini di diagnosi dei virus nel sangue non ha più senso di esistere, così consentendo la possibilità di un aumento del numero di donatori.
 

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