Dieselgate, Commissione UE ha aperto una procedura d'infrazione contro l'Italia. Nel mirino UE sono finite le emissioni prodotte dal modello Fiat 500X

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Dopo le accuse dell'agenzia per la protezione ambientale americana sulla violazione delle norme sulle emissioni il 15 marzo anche la Commissione UE ha aperto una procedura d'infrazione contro l'Italia, accusata di aver violato le norme europee sull'omologazione degli autoveicoli, in particolare per quanto riguarda le emissioni. Roma ha due mesi di tempo per chiarire se su alcune auto di Fiat Chrysler Automobiles (FCA), in particolare sul modello FIAT 500X, siano state usate tecnologie illegali per "truccare" le emissioni o se siano stati adottati rimedi per le auto in circolazione. In base alle regole europee, infatti, spetta alle autorità nazionali verificare se un tipo di automobile soddisfa le norme (prima di essere venduta). Se un costruttore di auto viola le norme, le autorità nazionali devono adottare misure correttive (come un richiamo) e applicare sanzioni (proporzionate e dissuasive). Il caso in questione si riferisce al processo di mediazione tra Italia e Germania, richiesto dal Ministero dei Trasporti tedesco nel settembre 2016 sulle emissioni di ossidi di azoto (NOx) prodotte dal modello Fiat 500X, omologato dall'Italia. L'ipotesi su cui lavora la commissione europea è che sia stata compiuta una frode ai danni dei consumatori montando software truccati sulle vetture prodotte dalla casa automobilistica. FCA era entrata in precedenza nel mirino delle autorità statunitensi, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, per alcuni dei suoi veicoli sui quali sarebbe stato montato il software che consente emissioni diesel più alte degli standard. 

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