Pesticidi nella camomilla: Kusmi Tea ritira tutti i lotti di camomilla dal mercato europeo. La decisione è a titolo cautelativo e volontario

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Residui di pesticidi sono presenti in quasi la metà del cibo consumato in Europa, ma soprattutto entro i limiti di legge e, probabilmente, non hanno nessun effetto sulla salute. Ma il marchio francese Kusmi Tea ha comunicato, Mercoledì, il ritiro cautelativo volontario dal mercato europeo delle sue famose scatole di camomilla anche da negozi on line di Internet, poichè potrebbero contenere un'alta concentrazione di alcaloidi pirrolizidinici, sostanza potenzialmente nociva se assunta nel lungo periodo. Un agente dannoso che può agire sull’uomo da cancerogeno genotossico, cioè può provocare il cancro e causare danni al DNA, il materiale genetico cellulare. Il portavoce della Orientis, holding che ospita il marchio "Kusmi Tea", ha dichiarato sulla scia delle valutazioni scientifiche dell'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), che gli obiettivi generali dell'azienda è un livello elevato di tutela della vita e della salute umana, per cui ha deciso di ritirare e richiamare a titolo cautelativo volontario i prodotti non conformi ai requisiti di sicurezza alimentare. Questa decisione è pedissequa la pubblicazione avvenuta Martedì dei risultati pre-test conferiti dalla Stiftung Warentest, organizzazione e fondazione tedesca per i consumatori che fa ricerche e compara prodotti e servizi senza pregiudizi, che dimostrano come la camomilla della Kusmi Tea contenga un'alta concentrazione di alcaloidi pirrolizidinici". Sul suo sito web, la Fondazione tedesca spiega che "una elevata concentrazione di questa sostanza può essere cancerogena e danneggiare il fegato umano." Fondata nel 1867 a San Pietroburgo, la maison Kousmichoff è una delle principali maison di tè in Russia, fornitrice presso la corte degli Zar. Dopo la rivoluzione del 1917 s’installa a Parigi e con il nome Kusmi Tea si diffonde presso gli indirizzi più prestigiosi d’Europa. L’ultimo erede della famiglia Kousmichoff ha venduto il marchio alla famiglia Orebi, che è nel mercato del tè sin dal 1935. Oggi, amato e ricercato da chi frequenta il mondo di moda, arte e design, possiede due boutique contemporanee a Parigi, una con ristorante e sala da tè, oltre a diversi punti vendita di prestigio a Milano ed in Europa e America. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il solo fatto che si trovino ancora prodotti alimentari messi in commercio sul mercato unico che presentano quantità di pesticidi oltre i limiti di legge deve far riflettere perché evidentemente gli sforzi fatti a partire dalla tracciabilità dei beni non sono ancora serviti, mentre tanti altri devono essere fatti per obbligare l'UE ad abbassare ulteriormente le soglie legali sulle dosi di prodotti e sostanze chimiche

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