Londra-New York in 11 minuti. 5.500 chilometri separano Londra da New York. Tuttavia, ma un inventore canadese, Charles Bombardier, sta lavorando ad un progetto per collegare le due città in soli 11 minuti. Realtà o pura fantasia? I prototipi di questi ve

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L'aeroplano del futuro farà il tragitto da Londra all'America, 5.500 chilometri di distanza, in 11 minuti: il tempo di consumare una colazione e sfogliare un giornale, e voilà, arrivati a destinazione. Un normale jumbo-jet può sfiorare i 900 chilometri orari di velocità. Il Concorde, l'aereo che collegava New York con Londra e Parigi in meno di tre ore, prima di essere sospeso perché costava e consumava troppo, raggiungeva quasi i 2 mila chilometri all'ora, forando la barriera del suono. Ma questo razzo andrà molto più forte. L'Ingegnere Bombardier ha immaginato un jet supersonico in grado di raggiungere una velocità di 24 Mac, o 20.000 km/h viaggiando 12 volte più velocemente rispetto al Concorde. Potrà congiungere un continente con un altro, l'America con l'Asia, l'Europa con il Sud Africa, in pochi minuti. Naturalmente non sarà un aereo come gli altri. Battezzato Antipode, questo aeroplano potrà trasportare solo una dozzina di persone. Il suo prezzo dovrebbe aggirarsi intorno 150 milioni di dollari. È ovviamente utopico pensare che questo aereo del futuro diventerà la norma nel prossimo futuro. Attualmente, ci sono due grandi problemi da risolvere. In primo luogo ridurre il rumore assordante quando si supera la barriera del suono. Quindi trovare materiali in grado di sopportare temperature estreme legate all'attrito dell'aria a questa velocità. Insomma garanti il giro del mondo in un'ora. Comunque si sta studiando una soluzione chiamata LPM (modalità lunga penetrazione). Il principio è quello di creare correnti sotto la fusoliera per ridurre il calore."Antipode potrebbe essere utilizzato come un business jet o un aereo militare che porterebbe i capi di stato a altra estremità del mondo in un'ora," ha dichiarato Charles Bombardier. Adesso sappiamo come viaggeranno le generazioni future osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Non è fantascienza, bensì scienza del presente, al massimo del domani prossimo venturo.

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