Contrasto all'evasione fiscale. Fisco spagnolo scopre 20 miliardi euro in Svizzera

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Dal 2013 le autorità fiscali spagnole hanno scoperto quasi 20 miliardi di euro di fondi non dichiarati detenuti da cittadini iberici in Svizzera. La cifra è stata indicata oggi dal direttore dell'Agenzia statale dell'amministrazione tributaria (AEAT) Santiago Menéndez durante un'audizione al Congresso.Di questa ventina di miliardi, 14 sono attivi finanziari e 4,8 miliardi sono conti bancari, ha riferito Menéndez, citato dal quotidiano "El País" e ripreso dalla radiotelevisione romanda RTS. Secondo il giornale sono state principalmente le dichiarazioni dei contribuenti spagnoli ad aver permesso di scoprire i fondi.La Spagna ha adottato un'amnistia fiscale nel marzo 2012, con la quale i contribuenti potevano regolarizzare i propri capitali entro la fine di novembre dello stesso anno. Dal 2013 la legge obbliga gli spagnoli a dichiarare tutti i patrimoni superiori ai 50'000 euro detenuti all'estero.Queste due misure hanno permesso di raccogliere informazioni "preziose", ha spiegato il direttore dell'AEAT davanti ai parlamentari. Da inizio 2013 oltre 197'000 contribuenti hanno dichiarato complessivamente 124,5 miliardi di euro conservati all'estero, di cui circa 20 miliardi in Svizzera. Nei soli primi mesi del 2015 27'500 persone hanno dichiarato circa 14,3 miliardi di euro detenuti all'estero, ha aggiunto Menéndez. Insomma, un esempio di come sia possibile impostare una efficace strategia di contrasto all'evasione fiscale come sembra si sia decisa a fare la Germania. Negli ultimi tempi, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il numero di autodenunce è aumentato anche in altri Länder. Il trend si spiega con il fatto che dal primo gennaio le condizioni per sfuggire alle sanzioni sono state rese più severe e le multe sono più salate. Mentre in Italia, non si ha come obiettivo primario quello di eliminare l'evasione, quanto quello di incrementare il gettito fiscale. Tutto ciò in un'ottica di interesse di casta particolare, poichè nell'economia in nero, rientrano anche le tangenti ed i beneficiari di tangenti che non possono essere che quegli stessi esponenti politici che dovrebbero combattere l'evasione.

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