Fenomeno crowdlending. I prestiti "peer to peer" tra privati transitano attraverso piattaforme online. Una realtà in Gran Bretagna, in Italia siamo ai primordi

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La crisi del 2008 che ha reso difficile l'accesso ai prestiti bancari ha stimolato un nuovo fenomeno, quello dei cosiddetti prestiti "peer to peer", in altre parole da un privato cittadino all'altro, che avvengono su piattaforme online specializzate. Chiunque può quindi trasformarsi in un piccolo istituto di credito. La Gran Bretagna è uno dei mercati più sviluppati, con un giro che si aggira intorno ai 2.5 miliardi di euro annui e una crescita al ritmo del 160%. I tassi di interesse sono attrattivi e da quest'anno la Financial Conduct Authority regola il mercato, il che ha infuso fiducia.
Ben diversa è la situazione in Italia, dove il fenomeno è appena agli inizi ed al momento non si hanno dati certi, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti". Ciò probabilmente è dovuto alla scarsa dimestichezza, o meglio fiducia, tra creditori e debitori quando le transazioni non avvengono con i metodi tradizionali.
 

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