Troppo cianuro, richiamata farina di Cassava

Lo segnala il ministero della salute

Troppo cianuro, richiamata farina di Cassava

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Il ministero della Salute ha annunciato sul portale del dicastero dedicato agli “Avvisi di sicurezza e ai Richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori”, a tutela della salute dei consumatori, il richiamo precauzionale da parte del produttore di un lotto di farina di cassava Kokonte a marchio African Beauty per possibile rischio chimico. Motivo del richiamo? Presenza di livelli di acido cianidrico (cianuro) superiori ai limiti di legge (35 mg/kg contro 10 mg/kg consentiti). Si tratta del lotto numero 210423 e il termine minimo di conservazione del 01/04/2025 venduto in confezioni da 900 grammi. La farina è stata importata dal Ghana dall’azienda Koas Food BV che ha sede a Bleiswijk, nei Paesi Bassi, nella strada Christiaan Huygensstraat 11. A scopo precauzionale, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda di non consumare la farina di cassava con il numero di lotto e il termine minimo di conservazione sopra indicati. Le consumatrici e i consumatori eventualmente in possesso del prodotto richiamato possono restituirlo al punto vendita d’acquisto per il rimborso o la sostituzione o al Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della ASL locale. La Manioca o Yuca o Cassava appartiene alla famiglia delle Euphorbiaceae, Genere Manihot, Specie esculenta.Si tratta di un tubero simile ad una patata, ma ancor più somigliante ad una radice tuberosa (come la batata, volgarmente conosciuta come patata dolce o patata americana). Farina di Cassava- La porzione commestibile è rappresentata dal tubero stesso, ricchissimo di amido, quindi di energia. La cassava è un'importante fonte alimentare per chi popola le sue zone di origine, ovvero l'America centrale; ad oggi, grazie alla notevole redditività e alle scarse necessità colturali, la yuca è ampiamente diffusa anche nel continente africano ed in Asia. La manioca può essere consumata in diversi modi ma viene prevalentemente sottoposta a cottura. In virtù delle sue caratteristiche chimiche, con il tubero si producono anche la farina e la fecola (o meglio, le fecole), sottili e di colore bianco o giallino.

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